Finanziaria: più tasse a chi produce, più privilegi a chi non lo fa
Ecco il menu della finanziaria: aumento della quattordicesima ad alcuni pensionati. Ripetetelo assieme a me. AUMENTO DELLA QUATTORDICESIMA AI PENSIONATI. Alcuni, peraltro. Questa una delle priorità del Governo, secondo Repubblica. I locali chiudono. Mancano 24 miliardi di tasse, quest’anno. Il debito pubblico veleggia sereno verso il 160% del PIL. Supererà i 2500 miliardi. E bisogna fare una finanziaria senza deficit. Quindi che si fa?
Idea geniale! Si prendono un po’ di quelle detrazioni che consentono a chi produce di respirare e gliele si tolgono. Così, de botto, senza senso. Repubblica le definisce regressive, perché aiutano i soggetti più grandi. No, scusate, loro dicono più ricchi. Sono quelli che spendono di più, quindi devono essere per forza degli sporchi capitalisti. Capiamoci: sono i nostri clienti. Sono l’anello della catena che tiene su tutto. E che paga le commesse maggiori. A cui, in ragione di questo sforzo, si facevano sconti su botte di tasse folli.
Ecco, verranno tagliati 10 miliardi là. 6 di questi verranno dati ai dipendenti, con il bonus Renzi che viene alzato a 100 euro. E poi si rinnoverà il contratto ai dipendenti pubblici. Che gentili. Dopotutto nel lockdown sono quelli che hanno sofferto di più, no? Cioè senza di loro chi avrebbe appeso i cartelloni colorati “Andrà tutto bene”? Erano quelli che cantavano tutte le sere. Le Bimbe di Conte. Insomma l’Italia migliore. Giusto rinnovargli il contratto (alzandogli lo stipendio, ovviamente). Hanno dalla loro la parola magica del secolo: è un loro DIRITTO.
E poi la quattordicesima. La misera quattordicesima delle pensioni. Che cosa vergognosa, che prendano così poco. Lo chiederanno i Sindacati aggiunge Repubblica. E siccome al governo non c’è un solo imprenditore, nessuno potrà rispondere loro quello che stiamo pensando tutti, ma proprio tutti, in questo momento. Le imprese muoiono (in piedi, perché manco chiudere ci fanno), ma qualcuno ha ancora un po’ di sangue. Diamolo a chi non ne ha alcun bisogno. Questo è ormai il trend: colpiamo chi può salvarci e redistribuiamo agli altri.
L’unica misura per il ceto medio è, forse una aliquota intermedia tra il 27% ed il 38%. Che, comunque, riguarda molto di più i dipendenti che le Partite Iva. Tanto si sono lavati la coscienza con un piatto di lenticchie durante il lockdown. Adesso a noi tocca l’unica cosa che davvero ci compete: pagare il conto. E farlo in silenzio. Sorridendo. E felici. Felici perché contribuiremo alla quattordicesima delle pensioni più alte, al bonus bebè (degli altri), fino ai 21 anni e finalmente rinnoveremo il contratto agli statali.
Che al prossimo lockdown potranno dipingere ancora più cartelli e cantare ancora più forte. Mentre nelle strade i negozi chiuderanno e qualche imprenditore deciderà di farla finita. I morti Covid che nessuna statistica conterà mai.
Luca Rampazzo