Coinbase: Ipo a Wall Street tramite blockchain
Le nuove entrate nel board di Coinbase preparano il terreno per la quotazione in borsa della società che gestisce criptovalute.
Una grossa novità è arrivata a fine agosto dal mondo delle criptovalute: Coinbase, società di scambio di beni digitali di San Francisco, ha annunciato l’entrata nel suo board di due importanti figure quali Marc Andreessen, co-fondatore e partner di Andreessen Horowitz, una delle principali società di venture capital, che diventa board observer e Gokul Rajaram, un executive di DoorDash e investitore in Google, che entra come board director.
Una mossa che molti osservatori hanno letto come anticipatoria di un’Ipo dell’exchange per criptovalute, da sempre considerate con diffidenza dagli istituti bancari tradizionali, motivo per cui l’Ipo di Coinbase potrebbe ridare lustro all’immagine di un settore che, per il suo funzionamento tramite blockchain, diverse volte è stato associato a un sistema di frode a cui ricorre la criminalità.
Coinbase è nata nel 2012 e sul suo sito si legge che opera scambio di criptovalute per un controvalore di 150 miliardi di dollari in 102 paesi, servendo più di 30 milioni di clienti, con un fatturato che nel 2019 ha raggiunto i 2 miliardi di dollari.
L’Ipo di Coinbase tuttavia rischia di essere rinviata al 2021 poiché alcune indiscrezioni suggeriscono l’intenzione dei fondatori di ricorrere a token fondati sulla blockchain per il collocamento delle azioni. Procedura innovativa ma che deve prima ottenere l’approvazione delle autorità finanziarie statunitensi.
Nel frattempo nel mese di agosto Coinbase ha ricevuto l’autorizzazione per offrire ai propri clienti dei prestiti fino a un massimo di 20mila dollari con un tasso dell’8%, fornendo come garanzie asset in bitcoin.
Simone Fausti