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    Il Ministro Speranza: “resistere ancora sei mesi”

    “Una cura e un vaccino per il Covid sono vicini”. Il Ministro della Salute Speranza, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, lascia ben sperare. Bisogna resistere ancora sei mesi.

     

    AstraZeneca, l’azienda farmaceutica italiana che sta sviluppando il nuovo vaccino per il Covid, ha intanto annunciato che le sperimentazioni riprenderanno, dopo quello stop imposto da un effetto collaterale in un soggetto anziano. Ma è stato chiarito che quel caso anomalo riscontrato non era legato al vaccino.

     

    In attesa dell’arrivo del vaccino, il ministro raccomanda tutti di vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Questo servirà ad identificare con maggior prontezza i pazienti affetti da covid e a distinguerli da quelli che hanno contratto l’influenza stagionale. Per il vaccino contro l’influenza, sottolinea il ministro, sono state ordinate il 70% delle dosi in più rispetto agli altri anni.

     

    Si parla anche di scuola e sono tanti quelli che non si fidano delle misure intraprese dal Governo. Speranza rassicura: “Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid. Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature. Forniremo 11 milioni di mascherine al giorno gratuitamente”.

     

    Tra le numerose perplessità, c’è chi vorrebbe che la febbre fosse misurata all’ingresso delle scuole con i termoscanner come nelle fabbriche. Il ministro risponde che la decisione è stata presa principalmente per non creare assembramenti fuori dagli istituti scolastici.

     

    “È statistico che aumenteranno i casi” – avverte Speranza – “per questo serve un grande sforzo da parte di tutti. Numeri alla mano oggi l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi europei. Dobbiamo recuperare lo spirito unitario che a marzo e aprile ci ha permesso di piegare la curva. Dentro questo sforzo le misure del governo e delle Regioni sono una parte, ma serve il contributo di tutti: medici, pediatri, presidi, insegnanti, studenti, genitori. È una sfida che riguarda l’Italia, non un problema della Azzolina su cui fare campagna elettorale”.

     

    Il ministro poi conferma che si sta valutando se abbassare l’obbligo di quarantena a 10 giorni come in Francia e che a tal proposito ci sarà un confronto con gli altri paesi europei.

     

    Per quanto riguarda il Mes, sul quale sono sono di posizione opposta PD e grillini, Speranza dice che grazie a quei 36 miliardi si potrebbe fare una grande riforma della sanità, grazie alla quale si potrà portare il servizio sanitario nazionale fin dentro le abitazioni a curare i pazienti anziani.

     

    Alla domanda sul perchè non sono stati resi pubblici i piani pandemici di inizio marzo, il ministro risponde che era opinione degli scienziati mantenerli riservati, anche per non spaventare la popolazione e perché “non c’era un manuale di istruzioni”.

    Alcune ipotesi si sono rivelate infatti fallaci come lo stesso Speranza ammette: “Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie scriveva che c’era una bassa probabilità di diffusione del virus in Europa”.

     

    Infine Speranza si augura che l’alleanza con i 5 stelle possa essere strutturale per il futuro e che a livello locale si poteva fare meglio per non lasciar vincere la destra: “Credo che si stia andando verso un nuovo bipolarismo, con da una parte la nuova destra della protezione, identitaria, del sovranismo e dall’altro lato un campo democratico che dobbiamo costruire tutti insieme”.

     

    Andrea Curcio

     

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