Causa conguaglio e modificazione delle disciplina sull’assimilazione, l’anno prossimo le famiglie italiane rischiano di vedersi aumentare la tassa sui rifiuti.
Nella definizione del decreto legislativo 116/2020, necessario per l’attuazione delle norme europee sul tema dell’economia circolare, è stata rivoluzionata la Tari, cioè la tassa sui rifiuti. Il Dlgs 116/2020 ha soppresso un passaggio dell’art 198 della precedente disciplina (dlgs 152/2006) e il risultato è che che d’ora in poi le amministrazioni comunali non saranno più in grado di disporre le assimilazioni dei rifiuti speciali delle imprese.
In sostanza, il nuovo decreto toglie i poteri che i Comuni avevano in materia di rifiuti speciali che consistevano principalmente nella possibilità di assimilare tali rifiuti a quelli urbani. Quali sono le conseguenze? Come spiegato dal Sole24Ore, è probabile che i costi complessivi non cambieranno molto ma nel frattempo si realizzerà la detassazione di tutte le attività produttive. Dunque alla fine è probabile aspettarsi per il prossimo anno un forte incremento della tassa riguardante altre categorie di rifiuti come le utenze domestiche, sulle quali verranno così scaricate le mancate entrate.
In qualche modo infatti le amministrazioni dovranno garantire la copertura integrale dei costi e ciò potrebbe significare aumenti delle tariffe anche a doppia cifra. Una notizia che va ad aggravare una situazione che già prima del nuovo decreto vedeva l’aumento degli oneri nel 2021 dal momento che già da tempo era stato predisposto l’aumento delle tariffe per tener conto del conguaglio 2020.
Simone Fausti