L’OIL prevede 213 milioni di disoccupati entro fine anno
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che entro la fine di quest’anno la disoccupazione in tutto il mondo salirà, nella migliore delle ipotesi, fino a 5,3 milioni di unità a causa della pandemia.
Ma lo scenario peggiore potrebbe essere ben più drammatico: 25 milioni di disoccupati che si andrebbero ad aggiungere agli attuali 188 milioni.
Le conseguenze di una crescita così alta della disoccupazione avrebbe conseguenze devastanti su milioni di famiglie e la povertà si diffonderebbe rapidamente.
L’aumento della disoccupazione è dovuta al grande calo della produzione che sta interessando molteplici aziende di vari settori. E le cose peggioreranno, considerando l’aumento dei casi di coronavirus in tutto il mondo.
Ma l’aumento della disoccupazione potrebbe essere ridimensionata – suggerisce l’OIL – a patto che i governi intraprendano delle misure in materia del lavoro e di politica economica. Queste dovrebbero basarsi sul duplice sostegno della domanda e dell’offerta e sul rafforzamento delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro. Supporto alle imprese e sostegno al reddito sono altresì fondamentali affinchè l’economia non tracolli.
Nell’attuale panorama, l’Italia è uno dei paesi più colpiti per via delle criticità che già da tempo affliggevano la sua economia. Ciononostante possiamo intravedere alcune luci in grado di limitare l’impatto economico negativo. Una di queste è rappresentata dai fondi del Recovery Found, a condizione che il Governo abbia l’intelligenza e l’autorevolezza politica per poterli sfruttare al meglio. Un’altra potrebbe essere il vaccino anti-covid, nella speranza che possa davvero mettere fine a questo incubo.
Andrea Curcio