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    Il numero uno del Cio contro la riforma dello sport: non rispetta la Carta Olimpica

    Forti le preoccupazioni per il funzionamento del Coni. Dubbi anche sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Spadafora: “Se per Bach l’autonomia del Comitato olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia”.

     

    Questione di punti di vista. Si potrebbe riassumere così la querelle tra il numero uno del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, e il ministro Vincenzo Spadafora, in merito alla discussa bozza di legge di riforma dello sport.

    Il presidente Cio, intervenuto a Imola in occasione dei Mondiali di ciclismo, ha espresso forti preoccupazioni – già messe per iscritto e indirizzate al ministro – per quanto riguarda la situazione e il funzionamento del Coni: “Vediamo che con questa legge il Coni non è conforme alla Carta Olimpica – ha dichiarato Bach – siamo anche molto preoccupati per la preparazione degli atleti italiani in vista delle olimpiadi di Tokyo che può significare meno chance di medaglie per l’Italia”. Le presunte violazioni del Coni riguarderebbero in particolare il paragrafo 5 della Carta Olimpica, che fa riferimento alla neutralità politica dell’organismo, e l’art.27 del paragrafo 7 che definisce l’autonomia dei Noc – ovvero i comitati olimpici nazionali – evidenziando la necessità di resistere “a pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche, giuridiche, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di adempiere alla Carta Olimpica”.

    Bach rimarca: “Capisco che ora il Coni sta cercando un’altra soluzione, per riuscire a soddisfare i requisiti minimi ed essere in accordo con la Carta Olimpica. Il segretario generale del Coni ha bisogno di essere messo in condizione di lavorare nel pieno delle sue funzioni, ora invece è soggetto alle istruzioni di società esterne al Coni”. Il presidente del Cio mette quindi l’accento sul nodo centrale della riforma, ovvero la costituzione dell’ente pubblico Sport e Salute, che accentrerebbe a livello statale alcune facoltà prima in capo al Coni limitandone di fatto l’autonomia.

    Questione non da poco, perché se non si troverà a breve una via d’uscita da questa impasse, le conseguenze per il mancato rispetto della Carta Olimpica potrebbero essere molto pesanti. Il comitato nazionale rischierebbe la sospensione, il che significa che gli atleti italiani potrebbero sì partecipare ai prossimi giochi olimpici, ma sotto l’unica egida del Cio, ergo senza inno e bandiera. Non solo, potrebbero prendervi parte esclusivamente i singoli atleti qualificati a titolo individuale e non le squadre, con divise neutre e, in caso di vittoria, le medaglie rientrerebbero nel contenitore degli IOA (Indipendent Olympic Athlets, ndr). Senza contare poi l’effetto domino sulle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, sulle quali Bach ha manifestato ulteriori preoccupazioni circa la loro organizzazione. A questo proposito urge infatti una risposta in tempi rapidi sulla pista di pattinaggio di velocità di Baselga Pinè in Trentino, per la quale sono necessari interventi strutturali di una certa entità per realizzare la copertura, e la creazione della pista di bob, skeleton e slittino di Cortina d’Ampezzo.

    Niente di nuovo sotto il sole per il presidente Coni Malagò, che nulla aggiunge a quanto già sottolineato da Bach: “Non ha detto niente di quanto noi addetti ai lavori sappiamo da tempo. C’erano date molto chiare, da fine 2018 siamo arrivati alla fine di settembre 2020 e la Carta Olimpica è chiarissima”.

    La risposta del ministro non si è fatta attendere: “Bach sta in modo inusuale e poco istituzionale parlando di una bozza di legge che francamente stento a credere abbia letto personalmente – replica – Se invece così fosse, indichi con chiarezza assoluta in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica, oppure eviti di trascinare il Cio in un dibattito poco edificante”. Del resto, aggiunge: “Se per Bach l’autonomia del Comitato olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia”. Il ministro mal digerisce anche le considerazioni del numero uno del Cio sulla preparazione degli atleti italiani in vista di Tokyo 2021: “Una frase che offende l’Italia e i suoi grandi atleti”. Cosa di cui chiederà conto in una missiva che sarebbe già pronta sul tavolo diretta a Losanna. E sui prossimi Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026 rassicura: “I preparativi procedono bene”.

    Su una cosa Bach e Spadafora si trovano d’accordo: non ci sarà nessun incontro tra i due il prossimo 15 ottobre. Per gli sviluppi della situazione bisognerà attendere domani, quando il ministro incontrerà i partiti di maggioranza e al Coni ci sarà un vertice con i presidenti dei Federazione.

    Micol Mulè

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