Comune di Bresso, Comitati e Associazioni uniti nella richiesta di preservare l’ultimo baluardo verde per i 2000 residenti che affacciano sul cantiere. I lavori intanto proseguono secondo il cronoprogramma.
Preservare dall’abbattimento 26 alberi ad alto fusto sulle rive del Seveso, di cui la maggior parte sull’argine sinistro nel territorio di Bresso. È questa la richiesta del Comune alle porte di Milano, insieme al Comitato No vasca e all’Associazione Amici Parco Nord, inviata formalmente a Palazzo Marino, Regione Lombardia, MM e Parco Nord, nella speranza che possa almeno essere tutelato quello che definiscono “l’ultimo e unico baluardo” per i 2000 residenti della zona che si affaccia sul cantiere per la realizzazione della vasca di laminazione contro le piene del Seveso.
Non arretrano di un millimetro i comitati e le associazioni del territorio che da settimane sono impegnati a tentare di tutelare le alberature sulle sponde del fiume per il tratto compreso tra l’area limitrofa alla passerella sul Seveso e lo sgrigliatore. “Slittare di un solo metro la posa dei massicci ciclopici “sfruttando” il margine d’azione consentito dall’area di sponda destra, ormai purtroppo disboscata, si presentava come una proposta legittima – spiegano i Comitati – lo scopo essenziale è quello di salvaguardare il filare di maestose alberature per tutelare gli abitanti che affacciano sul cantiere da esalazioni, vibrazioni e rumori”. Proposta inizialmente accolta dalle istituzioni che però, secondo quanto riferiscono i Comitati, non avrebbe avuto ancora un riscontro formale: “Chiediamo urgentemente e a gran voce una risposta ufficiale alla nostra richiesta, che è tanto più legittima quanto più ci si sofferma a considerare che la modifica al lavoro di risistemazione dell’alveo, richiesta da noi e dal Comune di Bresso, non confligge in alcun modo con la realizzazione della vasca di laminazione – proseguono – che pur profondamente critichiamo”.
Questo è solo l’ultimo atto in ordine temporale del braccio di ferro tra il Comune di Bresso e quello di Milano dove il casus belli è la costruzione della vasca di laminazione – al confine con il territorio bressese – contro le piene del fiume Seveso che, puntualmente ad ogni pioggia abbondante, da 45 anni a questa parte allaga parte della città di Milano, creando innumerevoli disagi e danni ai residenti della zona. 116 esondazioni dagli anni ’70 ad oggi, che continuano a mettere in ginocchio abitanti, esercizi commerciali e attività imprenditoriali dei quartieri di Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Marche, Maggiolina e Isola, ormai al limite della sopportazione.
Problema che potrà essere ovviato dalla vasca di laminazione, un bacino artificiale circondato da un bosco che verrà ampliato con alberature. Come compensazione è previsto un ampliamento del Parco Nord con 109mila nuovi metri quadri di aree verdi, recuperate dal degrado, pari a tre volte l’area in cui verrà realizzata la vasca. “Per la quasi totalità dell’anno la vasca sarà un luogo ricreativo – spiegano da Palazzo Marino – solo nei casi di piogge eccezionali e di esondazione, mediamente 6 volte l’anno, la vasca si riempie di acqua del fiume che, prima di entrare nel bacino artificiale, viene ripulita dai rami e altri materiali. L’acqua rimane nella vasca per la durata della piena e poi reimmessa nel Seveso, il bacino ripulito e riempito con acqua pulita per tornare ad essere un lago”.
Di diverso avviso gli abitanti di via Papa Giovanni XXIII a Bresso, che avranno la vasca sotto le loro finestre e temono per la salubrità delle esalazioni durante le piene e che hanno provato, insieme al Comune, attraverso una serie di ricorsi (che risalgono al 2016) a bloccare l’opera. Niente da fare, il cantiere, aperto lo scorso 20 luglio, sta già procedendo a pieno regime per poter completare la vasca anti piena entro l’estate del 2022, data che potrebbe slittare più in là se dovesse essere accolto il ricorso al Tribunale delle acque contro la sentenza che aveva bocciato la richiesta di sospensiva dei lavori.
La vasca di Milano si aggiunge ad altri cantieri in corso, che rientrano nel progetto di contenimento delle piene del Seveso, ovvero quello per la realizzazione della vasca di Senago e il consolidamento Redefossi. Nel corso del 2020 si aggiungerà anche il “Redefossi bis” e altri due interventi sono in gara: “La vasca di Lentate e le zone di esondazione controllate attorno a Cantù – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Marco Granelli – uno ancora in fase di conclusione di progettazione, quello della vasca di Paderno Dugnano – Varedo”.
In corso rimangono anche le proteste degli abitanti di Bresso, ieri mattina riuniti in un altro presidio davanti al cantiere al confine con Milano.
Micol Mulè