80.000 italiani potranno uscire in anticipo dal calvario dell’isolamento domiciliare
Nell’ultimo Dpcm oltre le restrizioni alle nostre libertà, compaiono due misure che si aspettavano da tempo. Sono la riduzione della quarantena da 15 a 10 giorni e l’esito negativo di un solo tampone e non di due come previsto in precedenza. Va dato atto al vice ministro della Salute Sileri l’adozione di queste norme, che hanno permesso la “liberazione” in anticipo di circa 80.000 italiani.
Molte persone guarite dal covid erano infatti costrette ad aspettare molte settimane per uscire dalla quarantena, perché il doppio tampone negativo non arrivava. Come hanno spiegato gli scienziati, non raramente il tampone rileva anche dopo la guarigione, una percentuale di virus minima ininfluente e non in grado di contagiare gli altri. Così è stato deciso, con la pressione del vice ministro Sileri, di poter uscire dalla quarantena con un solo tampone negativo.
In particolare, la circolare del ministero della Salute precisa che gli asintomatici possono uscire dalla quarantena dieci giorni dopo la positività al virus a fronte di un tampone negativo.
I sintomatici, possono però fare il tampone solo a seguito di tre giorni in cui non hanno manifestato sintomi della malattia.
Altra novità riguarda la possibilità di ricorrere, per chi è stato in contatto con dei positivi, ai test antigenici (cd. tamponi rapidi). I contatti stretti dei positivi potranno uscire dall’isolamento dopo quattordici giorni ove non presentino sintomi. In alternativa, possono anticipare a dieci giorni a fronte di un test rapido negativo.
Inoltre il Ministero della Salute raccomanda fortemente di eseguire il tampone alla fine della quarantena, a tutti i soggetti che entreranno in contatto con persone fragili o a rischio di complicanze.
In ultima istanza, le persone che, pur non presentando più sintomi da almeno una settimana, continuano a risultare positive al tampone, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.
Andrea Curcio