Continua il confronto tra governo e sindacati per le definizione del pacchetto previdenziale
Dopo il meeting di settembre, ieri governo e sindacati si sono nuovamente riuniti e dall’incontro è emersa una prima bozza del cosiddetto pacchetto pensioni che entrerà nella legge di Bilancio 2021-2023. Si parla di una dotazione di 200 milioni per le pensioni dell’anno prossimo, quota che salirà a circa 500 milioni nel 2022 e a 640 milioni nel 2023.
Mentre l’esecutivo si prende del tempo per ragionare sul post quota 100, cerca di venire incontro alle esigenze espresse dai sindacati confermando per esempio l’ isopensione a 7 anni e valutando allo stesso tempo la possibilità di introdurre la Naspi per il primo periodo di uscita. Questo meccanismo venne introdotto dalla legge Fornero e consisteva nella possibilità di andare in pensione 4 anni in anticipo, poi aggiornato a 7 anni per il periodo 2018-2020 e ora nuovamente riconfermato. Possono ricorrere all’isopensione le aziende con più di 15 dipendenti e che hanno avviato un piano di ristrutturazione in accordo coi sindacati. Lo scopo originario era accompagnare alla pensione quei dipendenti in esubero che erano più vicini alla data di fine lavoro.
Il governo sembra intenzionato a prorogare di un anno Opzione donna tramite la quale le lavoratrici che maturano entro il 2020 58 anni di età e 35 di contributi potrebbero decidere di uscire anticipatamente tramite ricalcolo contributivo dell’assegno. Proroga in vista anche per Ape sociale: allargamento della platea a chi non percepisce la Naspi e inserimento dei precoci e dei cosiddetti lavoratori fragili. L’esecutivo inoltre si è impegnato ad abbassare la soglia attuale da 1000 a 500 dipendenti per il contratto di espansione.
Si è parlato anche dell’introduzione di una staffetta generazionale, un meccanismo che dovrebbe garantire maggiore flessibilità al sistema permettendo ai lavoratori che entrano nel triennio finale del ciclo lavorativo di scegliere un part time cumulato con una prima pensione parziale e la garanzia di una contribuzione completa qualora l’azienda assuma giovani facendo leva sulla decontribuzione al 100% per il medesimo periodo. Infine uno specifico intervento sarà rivolto a dare il pieno riconoscimento della copertura previdenziale ai lavoratori in part time verticale.
Soddisfatta Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, la quale ha sottolineato la necessità di stimolare un ricambio occupazionale “attraverso interventi che facilitino l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani e contemporaneamente favoriscano l’uscita dei lavoratori più anziani”.
Simone Fausti