Se l’Rt va oltre 1,5 il sistema va in crisi. A quel punto sarà lockdown, ma l’inverno è ancora lungo
Se il numero dei contagi non dovesse calare nei prossimi giorni, o perlomeno se continuasse a salire ad un ritmo frenetico, la strategia di fare dei lockdown totali nelle zone più colpite diventa sempre più probabile.
L’Istituto Superiore di Sanità ci indica al momento che l’Rt è compreso tra 1,25 e 1,5, un valore che è già così poco gestibile. Se le nuove misure introdotte dall’ultimo dpcm non faranno effetto, verosimilmente verranno introdotti dei lockdown territoriali, nelle zone in cui le asl sono maggiormente in sofferenza. Ci si ferma per tre settimane, in attesa che l’Rt scenda, per poi ricominciare. In tal caso dovrebbe essere bloccata la mobilità interregionale ed intraregionale.
Se però la situazione dovesse peggiorare, con un Rt al di sopra di 1,5, il lockdown totale e generalizzato sembrerebbe l’unica soluzione adottabile, così come sta accadendo in Francia. La durata dovrebbe essere di almeno un mese, in attesa che il sistema sanitario nazionale prenda fiato.
Il problema, rispetto alla primavera scorsa, è che non abbiamo davanti l’estate. Al contrario, l’inverno è ancora lungo. Ci si chiede pertanto se la strategia di chiudere un mese per poi riaprire e richiudere nuovamente possa essere davvero efficace.
Il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi ha le idee chiare. Bisogna fare per prima cosa dei lockdown a Milano e Napoli “dove ci si può contagiare anche andando al bar”.
Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione dell’Iss, è dello stesso avviso.
I sindaci Sala e De Magistris non ne sono rimasti entusiasti. Anzi, hanno scritto al Ministero della Sanità una lettera in cui si chiede al Ministro di chiarire la sua posizione.
Ma lo stesso premier Conte ha affermato a proposito dei lockdown mirati: “abbiamo fatto un dpcm che li rende possibili”.
Andrea Curcio