Il concetto di Gruppo, è un concetto più dichiarato che vissuto.
Perché il gruppo è sinonimo di forza soltanto quando non è la sommadelle individuali debolezze. Perché il gruppo è scelta di appartenervi ma con la chiara differenza tra una coscienza di semplice aggregazione ed una posizione di definita responsabilità. Responsabilità è sapere dare una risposta al compito da svolgere, è impegno nel conseguire le competenze necessarie, è visione sul valore del proprio contributo, è umiltà nel riconoscere sé stessi al servizio di un principio più grande di sé.
La nostra specie, che ha in sé un principio naturale di sinergia (che sta nell’integrare, comprendere e valorizzare le differenze individuali) continua ad adottare comportamenti e scelte individuali di dubbia qualità e di discutibile utilità. Perché la paura del rifiuto impone maschere sociali, perché la paura di non disporre di “abbondanza” chiude ogni forma di integrazione all’interno di un nucleo ristretto che chiamiamo famiglia.
C’è da riflettere sulla paura, perché insegna la diffidenza e produce disvalore della propria immagine e della propria capacità di creare. Allora la parola Fiducia assume un senso di esclusione verso chi non è prossimo, e la parola collaborazione è soltanto uno straccio con cui coprire un’opera d’arte, il vivere, mal riuscita.
Sarebbe il caso di riesaminare le nostre origini ed insieme, ogni essere che vive in armonia con le leggi naturali. Scopriremmo che la nostra forza potrebbe essere riabilitata e rinunciare così ad un po’ di suggestioni del nostro tempo che hanno reso noi, specie apice, così fragili e disorientati.
Palmerino D’alesio
p.dalesio@structogramitalia.net