Speranza: “Due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali”. Fontana chiede provvedimenti a carattere nazionale, i sindaci invece propendono per misure localizzate. Tra le ipotesi, riduzione della mobilità, over 70 a casa e coprifuoco alle 18.
Dopo il primo vertice di ieri mattina, si dovrà attendere oggi per l’esito dell’ulteriore confronto tra Governo, Regioni, Anci e Upi in vista della definizione del nuovo decreto che potrebbe essere firmato già in giornata. Oltre tre ore di dialogo aperto sulle ipotesi messe in campo per fronteggiare la seconda ondata dell’epidemia, con il presidente Fontana che si è detto contrario a misure territoriali, sottolineando che “se si chiude Milano, si chiude la Lombardia”.
La posizione del governatore lombardo propenderebbe quindi per provvedimenti di carattere nazionale, ritenuti più efficaci e credibili per i cittadini, come ha spiegato poco dopo l’incontro sulla sua pagina Facebook: “La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese – ha scritto – le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, già oggi disorientati”. Servono quindi segnali coerenti e credibili, ha aggiunto, ribadendo la disponibilità delle Regioni a collaborare.
Di diverso avviso sarebbero però i sindaci che, a quanto si è appreso, sono più inclini a chiusure basate sull’indice Rt. La posizione condivisa dai primi cittadini intervenuti nel corso del vertice domenicale mira ad ottenere una pianificazione delle chiusure secondo il rischio, così come prevede il documento redatto dal Cts e condiviso da Regioni e Governo. All’interno del documento vengono infatti delineati i diversi livelli di Rt con le corrispondenti misure restrittive per fronteggiarne l’aumento, in sostanza se sale l’indice scattano le limitazioni, viceversa, si possono allentare le maglie.
Diverse le ipotesi sul tavolo del confronto, tra cui la riduzione della mobilità regionale e tra regioni. Forte la raccomandazione per le persone over 70 di non uscire di casa, o comunque di ridurre i contatti interpersonali in maniera significativa. Non si escluderebbe nemmeno l’ipotesi di un coprifuoco alle ore 18 in corrispondenza della chiusura di bar e ristoranti, poi centri commerciali chiusi nel fine settimana e chiusura degli sportelli dedicati alle scommesse nelle tabaccherie e nei bar. Sul versante scuola, la linea sarebbe quella di chiusure localizzate seguendo il criterio dell’indice Rt della zona, con l’estensione della didattica a distanza anche per le scuole secondarie di primo grado.
Nel corso del vertice, il ministro delle Autonomie Francesco Boccia ha sottolineato come il documento dell’Istituto superiore di sanità e il sistema di monitoraggio condiviso con Cts e Regioni contempli una serie di ipotesi che devono essere applicate automaticamente con l’innalzamento dell’indice Rt. Quindi alcuni provvedimenti sarebbero già nell’ordine delle cose qualora la situazione dovesse peggiorare.
Le prossime 24 ore saranno quindi decisive per costruire il nuovo dpcm che, stando alle parole del ministro della Salute Roberto Speranza, seguirà “due orizzonti: misure nazionali e territoriali. Possiamo alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli d’intervento”.
Micol Mulè