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    Nuovo dpcm, ore decisive per le misure che entreranno in vigore in Lombardia

    A seconda del posizionamento scatteranno misure più restrittive rispetto a quelle disposte dal decreto. Oggi l’aggiornamento del monitoraggio dell’ISS e del ministero della Salute che dovrebbe tener conto dell’efficacia delle misure già adottate dalla Regione. Fontana: Se i provvedimenti restrittivi saranno automatici, lo siano anche i ristori per le categorie più colpite.

    Il lockdown, come siamo stati abituati a conoscerlo nei mesi critici dell’emergenza sanitaria, sembra essere scongiurato. Lo ha assicurato il sindaco milanese Beppe Sala nel corso della seduta del Consiglio comunale in cui ha riferito l’esito dell’incontro tra i vertici di Regione e i sindaci dei capoluoghi lombardi.

    Dunque, che cosa cambierà nello scenario lombardo? Saranno introdotte alcune misure che potremmo definire “quadro”, quelle cioè stabilite dal nuovo dpcm valide su tutto il territorio nazionale – di cui alcune già in vigore in Lombardia, come la dad per le superiori o la chiusura dei centri commerciali nel weekend – cui seguiranno quelle relative al caso specifico della Regione, a seconda del posizionamento all’interno di uno dei tre scenari di rischio, che entreranno in vigore dopo il confronto tra il presidente Fontana, i sindaci dei capoluoghi lombardi e Anci sul testo definitivo del decreto.

    Come aveva già anticipato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia durante il primo vertice Governo-Regioni di domenica scorsa, alcune misure saranno automatiche a seconda del grado di classificazione del rischio, calcolato sulla base di 21 indicatori, tra cui rientrano non solo l’indice Rt, ma anche il numero di casi positivi rilevati, il numero dei ricoveri e il numero di focolai di trasmissione.

    L’inserimento di una Regione all’interno di una delle tre aree di rischio – rossa, arancione e gialla – sarà stabilito da un’ordinanza del ministero della Salute, così come l’uscita dalla stessa ed il passaggio ad un’altra area. Le misure da adottare, definite all’interno del report del ministero della Salute lo scorso 12 ottobre, saranno però concordate insieme alla Regione.

    La Lombardia potrebbe con ogni probabilità rientrare nell’area di rischio più elevato, dal momento che risulta già nella fase 4 a seguito dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore della Sanità e del ministero della Salute. In data odierna è previsto però l’aggiornamento: “I dati che ha il Governo sono precedenti all’introduzione delle nostre misure – ha spiegato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ai microfoni del TgR – quindi auspichiamo che voglia fare una valutazione che tenga conto dell’efficacia delle misure assunte”. Posizione condivisa anche dal primo cittadino milanese Beppe Sala.

    Il presidente Fontana, in una nota, è tornato a ribadire la sua contrarietà a provvedimenti restrittivi locali: “Un modello che non coincide con quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni, secondo cui non bisognava differenziare i provvedimenti tra territori e territori, ma agire con scelte di carattere nazionale. Richiesta non accolta dall’Esecutivo”.

    C’è una richiesta però sulla quale non demorderanno né Regione né i sindaci lombardi, ed è quella dell’automatismo dei ristori per le categorie che saranno maggiormente penalizzate dalle misure restrittive: se queste scatteranno in automatico, lo stesso valga per i sostegni economici.

    Micol Mulè

     

     

     

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