Recovery Fund a rischio, gli stati prendono tempo
Invito a trovare un compromesso al più presto da parte del presidente del consiglio europeo. Ungheria e Polonia non cedono per ora. Piano per test antigenici, allentamento restrizioni e vaccini. Prosegue negoziato con Gran Bretagna
Proseguono le divisioni tra gli stati membri sull’accordo del Recovery Fund.
Dopo il veto di Ungheria e Polonia sull’adozione del bilancio comunitario, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel invita a trovare al più presto un compromesso. Il veto era stato posto dai due paesi, in segno di protesta contro un nuovo meccanismo fissato ex post, che condiziona l’esborso dei fondi comunitari al rispetto dello stato di diritto.
La crisi tra i Paesi è scoppiata lunedì e sembra ancora presto per risolvere la questione.
Giovedì si è svolta una riunione in via telematica con tutti i capi di stato e di governo. Sia il capo del governo polacco, sia il premier ungherese hanno preso la parola.
Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe la volontà, da parte della maggioranza UE, di lasciare passare un po’ di tempo, al fine di trovare una soluzione condivisa da tutti.
Anche perché se l’accordo saltasse, sarebbe gravissimo, al punto tale da minare definitivamente la credibilità delle istituzioni europee.
Durante la riunione si è parlato anche della crisi sanitaria.
Gli stati membri vogliono elaborare un piano complessivo comune sull’utilizzo dei test antigenici, nell’ottica di facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione.
Altro argomento su cui si è discusso riguarda l’allentamento delle restrizioni e come i vari paesi intendano coordinarsi fra loro, anche in vista del Natale. Si considera inoltre, che se l’agenzia del farmaco dà l’autorizzazione, la prima campagna di vaccinazione potrebbe partire già nella prima metà del 2021.
Nel frattempo Bruxelles sta negoziando con Londra il complesso trattato di partenariato (1800 pagine), che gestirà i rapporti tra l’Unione e la Gran Bretagna quando questa sarà uscita dal mercato unico e dall’unione doganale. Entro fine anno dovrà essere concluso, ma si procede a rilento a causa di alcuni contagi da covid tra le parti coinvolte. Per questo motivo i negoziati si stanno svolgendo in video conferenza.
Andrea Curcio