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    Contratto di espansione: il governo lavora alle modifiche per il 2021

    Contratto di espansione: il governo lavora alle modifiche per il 2021

    L’esecutivo al lavoro per rimodellare il contratto di espansione in base alle nuove esigenze delle aziende. Positivi i commenti di Confindustria e sindacati.

    Cosa succederà quando termineranno le misure straordinarie per far fronte alla pandemia da covid? Una domanda che interessa particolarmente lavoratori e aziende, motivo per cui il governo sta lavorando a una modifica del contratto di espansione.

    Tale istituto si rivolge alle imprese con organico superiore alle 1000 unità che, nell’ambito delle attività di reindustrializzazione e riorganizzazione con modifica strutturale dei processi aziendali finalizzati allo sviluppo tecnologico e a un più razionale impiego delle competenze professionali in organico, avviano una procedura di consultazione per la stipula in sede governativa di un contratto di espansione con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e con le associazioni sindacali (o RSU/RSA) prevedendo parallelamente l’assunzione di nuove professionalità.

    L’obiettivo è concordare riduzioni di orario e scivoli pensione al fine di effettuare nuove assunzioni e riqualificare il personale. Le uscite anticipate sono rivolte ai lavoratori che sono distanti non più di 5 anni dalla pensione. Una misura a cui molte aziende potrebbero ricorrere nel momento in cui terminerà il blocco dei licenziamenti ad aprile dell’anno prossimo. Ma la natura eccezionale della pandemia ha costretto le aziende a ridefinire la gestione del proprio business, motivo per cui i tecnici del governo stanno lavorando a una ridefinizione del contratto di espansione per adeguarlo meglio alle transizioni occupazionali del 2021.

    La manovra per il 2021 ha abbassato il tetto di questo istituto a 500 dipendenti, ampliando così la platea delle aziende beneficiarie a 917 realtà per un costo totale di circa 120 milioni. Ma ci sarebbe l’intenzione di portare tale soglia a 250 dipendenti rendendo il contratto di espansione accessibile alle aziende medio-grandi. Il governo starebbe pensando ad ulteriori incentivi in termini di scivolo pensione per le aziende strategiche oltre a favorire il ricorso al contratto di espansione a prescindere dal criterio dei 5 anni dalla pensione ma riportando in vigore l’obbligo dell’assegno di collocazione.

    Questa novità ha riscontrato pareri positivi: il presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni (l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta il mondo delle telecomunicazioni) ha sottolineato l’importanza del rifinanziamento del contratto di espansione con la legge di Bilancio 2021: “Con questa misura il Governo e in particolar modo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dell’Economia e delle Finanze vanno nella direzione di valorizzare l’importanza delle politiche attive del lavoro, che dovrebbero diventare sempre più strutturali.

    Auspichiamo che le Istituzioni procedano nelle prossime settimane nel percorso di
    rafforzamento dell’innovazione per accogliere le sfide del prossimo futuro. Sarà fondamentale rendere questo strumento strutturale anche tramite l’utilizzo dei Fondi UE”. Tale istituto infatti è considerato uno strumento importante per aumentare la competitività delle imprese sviluppando percorsi di formazione continua che permettano il reskilling e l’upskilling delle competenze dei lavoratori. Positivi anche i commenti dei sindacati con la segretaria confederale con delega al mercato del lavoro, Tania Scacchetti, che ha sottolineato l’importanza di collegare tale strumento a delle politiche attive che incentivino l’assunzione di giovani.

    Simone Fausti

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