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    Rinvio Ires, Irap e Irpef al 10 dicembre ma attenzione alla zona

    Rinvio Ires, Irap e Irpef al 10 dicembre ma attenzione alla zona

    Il Mef ha predisposto un mini-rinvio dei pagamenti ma il cambio di colore di alcune regioni rischia di tagliare fuori molte imprese dalla proroga del 30 aprile 2021.

    Mentre il governo si prepara a delineare la forma definitiva del decreto Ristori quater, il ministero dell’Economia e delle Finanza ha comunicato che la deadline per il pagamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte sui redditi e dell’IRAP verrà prorogata dal 30 novembre al 10 dicembre “con una norma nel decreto legge Ristori Quater in corso di adozione”.

    Rinviando di dieci giorni il pagamento di Ires, Irap e Irpef, l’esecutivo intende permettere agli operatori economici di capire se rientrano nei parametri della vera proroga, quella che rimanda le scadenze di pagamento al 30 aprile 2021 ma solo per le imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e che nei primi sei mesi del 2020 hanno registrato una perdita del volume di affari pari al 33% rispetto al primo semestre del 2019.

    Il ministero presieduto da Roberto Gualtieri ha inoltre deciso che la proroga al 30 aprile 2021 sarà prevista “a prescindere dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi, per i soggetti non interessati dagli ISA che operano nei settori economici individuati nei due allegati al decreto-legge “Ristori bis” e che hanno domicilio fiscale o sede operativa nelle zone rosse, nonché per i soggetti che gestiscono ristoranti nelle zone arancioni”.

    Ma non è tutto oro quel che luccica. Questa decisione del Mef infatti potrebbe originare un problema: se la norma che dispone tale proroga entrerà in vigore domenica 29, come probabile, ciò significa che alcune imprese che fino a ieri erano in regioni rosse rischiano di essere tagliate fuori dal momento che Lombardia, Piemonte e Calabria sono diventate zone arancioni (mentre Liguria e Sicilia zone gialle) nello stesso giorno, cioè domenica 29. Se invece il decreto entra in vigore lunedì, questo rischio diventa una certezza. Insomma, un problema di tempistiche e di procedure che ci si augura venga risolto con buonsenso per evitare che a pagarne le conseguenze siano gli imprenditori che oltre al danno sarebbero costretti a sopportare anche la beffa.

    Simone Fausti

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