Milano potrebbe diventare luogo fertile di attrazione per giovani talentuosi e ricercatori che vivono in UK, arrivando ad essere una piazza finanziaria internazionale
Milano, come altre città europee, potrebbe sfruttare i vantaggi derivanti dalla Brexit.
I milanesi che vivono nel Regno Unito non se la passano benissimo. Sono molti i disagi nascenti dalla necessità di adeguarsi ai nuovi protocolli dopo l’uscita dell’UK dall’Unione Europea. Tra questi ci sono anche le nuove restrizioni alla circolazione delle persone, delle merci e dei dati. Per non parlare dell’incertezza che scaturisce dalle trattative intercorrenti tra Londra e Bruxelles, in un momento come quello attuale, in cui tutta l’attenzione è rivolta a contrastare la pandemia.
Milano guarda con molto interesse la situazione inglese e cerca di arrivare prima dei competitor stranieri.
Secondo il prorettore agli Affari internazionali dell’Università Bocconi, Stefano Caselli, Milano avrebbe tutte le potenzialità per cogliere le opportunità nascenti dalla Brexit. Milano potrebbe rappresentare un terreno assai fertile per ricercatori e talenti, che si trovano adesso in difficoltà in Inghilterra.
“In quest’ottica bisogna giocare nel migliore dei modi la partita legata al passaggio di Borsa Italiana ad Euronext” afferma il professore, secondo cui Milano potrebbe diventare una piazza finanziaria internazionale, “con un terreno ideale per la quotazione di società straniere del fashion e design, per piccole e medie imprese e startup tecnologiche”.
L’ambizione del professor Caselli potrebbe certamente rappresentare una scossa per Milano, salvandola in qualche modo dalle esternalità negative portate dalla pandemia.
Nel frattempo Jp Morgan e Goldman Sachs hanno spostato alcune attività a Milano e si prevede che non saranno gli unici.
Andrea Curcio