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    Lombardia, vaccini anti-Covid: all’appello mancano 25mila dosi

    La campagna vaccinale prosegue con priorità ai richiami della prima somministrazione. Nei prossimi giorni arriveranno anche le prime dosi di Moderna.

    C’è anche la Lombardia tra le regioni italiane cui Pfizer non consegnerà le dosi inizialmente programmate. Delle 562.770 previste per l’Italia, questa settimana ne verranno consegnate 397.800, un taglio del 29%, che per la Lombardia significa 25.740 dosi in meno rispetto alle 95.940 che avrebbero dovuto essere distribuite in questi giorni.

    Un ritardo, come spiega una nota dell’ufficio stampa del Commissario Arcuri, dovuto al fatto che Pfizer ha “unilateralmente redistribuito le dosi da consegnare ai 293 punti di somministrazione sul territorio nazionale”, motivato dall’azienda farmaceutica come necessario per incrementare la produzione del vaccino in vista dei prossimi step della campagna vaccinale, quando serviranno dosi maggiori del farmaco anti-Covid.

    Intanto però la situazione preoccupa, perché la decisione arbitraria di Pfizer di fatto provoca “un’asimmetria tra le singole Regioni”, prosegue la nota, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni – Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle D’Aosta – che invece non subiranno nessun taglio rispetto alle dosi distribuite.

    La riduzione delle dosi di vaccino rischia così di rallentare la campagna vaccinale regionale che finora stava procedendo secondo ritmi sostenuti, con picchi che hanno superato le 20mila inoculazioni giornaliere. A ieri sono state somministrate 188.063 dosi sulle 235.620 consegnate, pari al 79.8%, di cui 132.645 agli operatori sanitari e sociosanitari, 40.927 al personale non sanitario e 14.491 agli ospiti delle Rsa.

    Ora bisognerà andare avanti nella campagna “entro i numeri disponibili”, ha sottolineato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il timore è legato ai richiami che vanno somministrati tassativamente nell’arco temporale compreso tra il 19° e il 23°giorno dalla prima inoculazione per poter risultare pienamente efficace contro il virus. Ecco perché, davanti al ritardo nella consegna delle forniture, dalla presidenza della Regione spiegano che “è necessario mantenere una percentuale di dosi di sicurezza per essere certi di arrivare alla fase dei richiami con le dosi necessarie”. Altrimenti le prime dosi somministrate risulterebbero vane.

    Il responsabile delle vaccinazioni a livello regionale, Giacomo Lucchini, ai microfoni di SkyTg24 ha assicurato che il programma seguirà quanto pianificato, continuando anzitutto con la somministrazione dei richiami del vaccino che è la priorità assoluta. In questi giorni, infatti, dovranno essere inoculate le seconde dosi ai pionieri del V-Day cui faranno seguito i primi ad essere stati vaccinati con l’avvio della campagna vera e propria a fine dicembre. Le dosi residue serviranno per proseguire con le somministrazioni della fase 1 destinate a coloro che ancora non hanno ricevuto il vaccino.

    L’auspicio è che nel frattempo arrivino le dosi necessarie per completare la prima fase della campagna vaccinale secondo il cronoprogramma stabilito, che prevede di vaccinare 340mila persone tra operatori sanitari, sociosanitari, personale delle strutture sanitarie e ospiti delle Rsa entro la fine di febbraio. Intanto Lucchini ha fatto sapere che già nei prossimi giorni arriveranno in Lombardia anche le prime dosi del vaccino di Moderna, pari a 11.100 unità.

    Micol Mulè

     

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