Tutti sono utili, nessuno è indispensabile.
Dicono sempre così. Dicono sempre così quando non sanno più cosa dire. Quando le strategie per valorizzare le persone vengono meno. Quando chi lo dice non si interroga debitamente sull’utilità di sé stesso. E di quanto si possa sempre e comunque fare per gli altri. Ma vi assicuro che di imprenditori diversi ce ne sono. Non sono dietro l’angolo. Non ti aspettano in ufficio. E spesso faticano anche a rispondere al telefono. Sapete perché? Perché sono impegnati a lavorare, valorizzando le persone. E quando decidi di fare sul serio, di tempo ne rimane poco. Non si tratta di essere polemici. Si tratta solo di fare un po’ di esercizio. Partendo dalla sintassi. Se ogni mattina cominciassimo a ripeterci che siamo tutti indispensabili, il gioco è fatto. Saremmo così già nella condizione di capire che tutti (ripeto, tutti) abbiamo un ruolo. Tutti abbiamo un compito, una predisposizione. E bisogna essere bravi a riconoscerla, bravissimi ad allenarla, ancora più bravi a condurla. E se lo dico è perché recentemente, in #Corefab, abbiamo avuto ancora la conferma che esistono persone così. Persono che capiscono, ammettono e solo dopo cercano di contribuire al miglioramento di tutti. Di tutti gli “indispensabili”.
L’occasione è stata quella dell’incontro con un imprenditore. Una presentazione avvenuta per tramite di un associato al Circolo delle Imprese. Un imprenditore che ha dimostrato di avere a cuore i propri dipendenti, di averli ascoltati e di essere pronto a farli crescere, sfruttando il momento di incertezza e di parziale “immobilità”. Un momento dove qualche investimento si può fare. Soprattutto in tempo, per saldare i rapporti. E prepararsi al futuro prossimo, quello dove il Covid (speriamo) sarà solo un brutto ricordo. Un imprenditore che ha scelto la strada migliore: quella della formazione, del team building, del lavoro di squadra.
E così l’imprenditore ha fatto il suo ingresso in sala riunioni (un ingresso digitale, ovviamente, tramite Zoom), ha illustrato lo scenario nel quale lavora, facendo riferimento in particolare a due dipendenti tra i suoi. Due ragazzi che lavorano sodo, che concludono i progetti, ma che vorrebbe diventassero più autonomi. Due ragazzi che meritano di essere valorizzati, con un alcune caratteristiche che tuttavia necessitano forse di un potenziamento, un approfondimento. Magari tramite un’attività di formazione speciale, o un’esperienza di team building personalizzata. Quello che fa Corefab, insomma. E quando l’imprenditore non sapeva più cosa dire, per raccontarmi le differenze tra i due profili, ha scelto un riferimento tanto comune quanto azzeccato (e, soprattutto, chiaro).
“Ricordi, Marco, i cartoni di Tom e Jerry?”. Come dimenticarli, penso io. “Beh – prosegue lui – i miei ragazzi sono esattamente l’equivalente. Discutono e litigano, ma alla fine della puntata si rendono conto che non potrebbero mai stare soli. Altrimenti la puntata (o la commessa, nel nostro caso) non avrebbe alcun senso. Non potrebbe essere portata a termine. Insomma, per me non sono utili, sono indispensabilli. Siamo tutti indispensabili a trovare il modo di stare assieme e lavorare. E capirlo è molto utile”.
Imprenditore sovversivo docet, finalmente.
Marco Menoncello
Business Developer
www.corefab.it