Oggi la riunione del direttivo della BCE. Recrudescenza della pandemia e nuovi lockdown costringeranno Francoforte a rivedere le previsioni e gli strumenti di sostegno alla crescita dell’eurozona?
Oggi si riunisce il consiglio direttivo della BCE e non dovrebbero arrivare particolari sorprese anche se sul fronte covid la situazione Europea rimane preoccupante. Nei mesi scorsi la presidente Christine Lagarde ha ribadito più volte di essere pronta a sostenere la ripresa della zona euro anche se le proiezioni di dicembre si basavano sul fatto che i lockdown sarebbero terminati entro marzo.
Nonostante in Italia l’indice rt sia in calo, in altri Paesi le cose non vanno come previsto. La Germania ha annunciato che prolungherà il lockdown fino a metà febbraio mentre la Francia cerca di evitarlo. La verità è che al momento la situazione è incerta e nonostante l’avvio delle campagne di vaccinazione, bisognerà aspettare qualche settimana per capire se è necessario annunciare nuovi sostegni. Ecco allora che le attenzioni maggiori saranno rivolte alle parole della numero uno dell’Eurotower in merito all’outlook economico generale oltre all’impatto dell’euro sull’inflazione.
Fondamentale per Francoforte mantenere espansive le condizioni finanziarie e nonostante i listini europei abbiano recuperato parte delle perdite cominciate a febbraio scorso con il diffondersi del covid, il terreno per una decisa ripresa economica non è ancora fertile. Secondo un recente report elaborato da Afme, l’Associazione per i mercati finanziari in Europa, assieme a PwC, la situazione delle aziende europee in termini di liquidità disponibile è tutt’altro che rosea soprattutto per le piccole-medie imprese.
In Italia, le pmi saranno costrette a intraprendere una serie di ricapitalizzazioni per un valore di 175 miliardi di euro, per evitare di chiudere i battenti. A livello europeo serviranno 450-600 miliardi di euro di capitale per prevenire diffuse inadempienze aziendali e le conseguenti perdite di posti di lavoro. Nonostante il concreto sostegno dei governi verso il settore privato da quando è scoppiata la pandemia, il 10% delle aziende europee ha riserve di liquidità per durare solo un semestre. Con il prolungarsi delle chiusure e dei lockdown il rischio di un picco di insolvenze è concreto.
Simone Fausti