La ripresa avverrà dalla seconda metà dell’anno, ma solo del 3,9%
· Export Lombardia: tiene solo il comparto agroalimentare
· Consumi Lombardia 2020: in calo dell’11,1%, si attende per il 2021 una crescita del 3,4%
Daniele Parolo, Cna Lombardia: “Nel Nord Italia, le PMI rappresentano circa il 50 % del panorama economico nazionale. È necessario che il Recovery Plan sia impostato sulle PMI valorizzando le filiere strategiche come risposta precisa alle esigenze di quelle aree produttive e territoriali che possono trainare la ripresa”
Milano, 9 febbraio 2021 – Presentati stamani in conferenza stampa congiunta i risultati del secondo Focus relativo all’impatto del Covid 19 sull’economia del territorio, secondo quanto emerso dallo studio effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio per CNA Veneto e CNA Lombardia. (Il precedente Focus è stato presentato nel novembre del 2020).
Con riferimento specifico alla situazione della Lombardia, il Presidente di CNA Lombardia Daniele Parolo è netto: “I dati più recenti elaborati dal nostro centro studi stimano una caduta dei principali indicatori economici assimilabile a quella di un regime di guerra: PIL al -9,8 per cento, consumi al -11,1 per cento, investimenti al -8,2%. Il dato relativo agli investimenti ha in realtà contenuto le perdite previste dalle precedenti stime di ottobre (-13%), a testimonianza della grande resilienza del tessuto produttivo lombardo. Sarà fondamentale rigenerare fiducia, nelle famiglie e nelle imprese. La domanda interna costituirà il vero discrimine per una ripresa robusta e non solo trainata dall’export, pure decisivo per i segmenti più avanzati del mondo imprenditoriale.”
Continua Parolo: “CNA Lombardia torna a confermare di non avere interesse alle danze della politica, troppo spesso foriere di instabilità: oggi dobbiamo concentrarci su vaccini e investimenti a valere sul Recovery Fund. Per questo abbiamo voluto concentrarci su una lettura di quali aspetti del piano nazionale Next Generation Italia potrebbero realmente incrociare i bisogni delle imprese”.
Il Next Generation EU è il nuovo strumento dell’Unione Europea destinato a raccogliere fondi sui mercati per sostenere la ripresa economica e sociale. Entro il 30 aprile prossimo ciascun paese membro dovrà preparare il proprio Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) che darà diritto a ricevere fondi nell’ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza.
“Il comparto territoriale del Nord Italia con quasi 2,3 milioni di PMI, rappresenta il 50 % delle piccole medie imprese sul territorio nazionale – spiega Daniele Parolo Presidente di CNA Lombardia nel commentare quanto emerge dallo Studio. – Un’area produttiva capitale nello scenario economico del Paese che può ben costituire l’elemento trainante per la ripresa. Ma va rilevato che lo schema di Next Generation EU, così come è impostato, non è a dimensione di piccola impresa ed è necessario tendere ad un impegno comune per far sì che lo diventi. Se si ritenga che alcuni settori siano strategici per l’economia del nostro territorio è necessario che ogni intervento da parte dello Stato si attui rafforzando le filiere e mettendo in sinergia le imprese. Ma soprattutto deve essere strumento efficace e calibrato in grado di rispondere alle esigenze specifiche di quelle aree territoriali e produttive del Paese in grado di trainare la ripresa”.
Lo Studio è suddiviso in due parti: la prima che tiene monitorati 10 indicatori – PIL, CONSUMI, INVESTIMENTI, TOTALE IMPRESE ATTIVE, IMPRESE ARTIGIANE, NUOVE IMPRESE ISCRITTE, IMPRESE CESSATE, OCCUPATI, C.I.G., EXPORT – mediante analisti trimestrale specifica sul territorio di riferimento; la seconda parte di questo Focus ribadisce le posizioni in chiave interpretativa relativamente ad alcuni temi specifici quali l’impatto dei provvedimenti governativi sul Sistema Paese nel complesso e sulle PMI del territorio di riferimento (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) con specifica attenzione al Next Generation EU (NGEU), al Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) e al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) analizzati in base alle ricadute e all’impatto della pandemia da Covid 19.
I DATI DELLA LOMBARDIA
PIL -9,8% (dato 2020)
Le ultime proiezioni delineano un quadro economico più negativo rispetto alle stime precedenti. Per il 2021 si attende una riprese del 3,9%, insufficiente per tornare ai livelli pre-covid (-6,3% rispetto al 2019).
CONSUMI -11,1% (dato 2020)
Il peggioramento del quadro economico trova corrispondenza in una contrazione dei consumi delle famiglie. Nel 2021 dovrebbero crescere del 3,4%, posizionandosi tuttavia ad un livello più basso rispetto al 2019 (-8,1%)
EXPORT -13,4 (dato settembre 2020)
L’export nei primi nove mesi del 2020 si è ridotto del 13,4% pari a 12,7 miliardi di euro.
Nel periodo gennaio-settembre 2020 le esportazioni dei comparti manufatturieri fanno registrare una contrazione del 13,2% rispetto agli stessi mesi del 2019. La flessione interessa tutti i comparti, con la sola eccezione di quello agroalimentare (+0,7%).
Tra i comparti maggiormente compiti figurano sistema moda, sistema casa, metallurgia e metalli.
IMPRESE E ADDETTI
Nel periodo marzo-dicembre 2020 il numero di nuove imprese si è ridotto di quasi 9.800 unità rispetto allo stesso periodo 2019. Tali dati appaiono in linea con il trend delle cessazioni (-9.615).
Tra i settori che registrano il dato peggiore ci sono commercio, turismo e manifatturiero.
Rallenta nel terzo trimestre 2020 la flessione del numero di occupati (-28.720). Complessivamente nei primi nove mesi del 2020 l’occupazione si è ridotta di oltre 73.000 unità (-1,6% rispetto allo stesso periodo 2019).
Commenta Stefano Binda, Segretario Cna Lombardia: “Sono circa 56 i miliardi del Next Generation Italia, sui 223 miliardi previsti a regime, che risulterebbero a prima vista di maggiore impatto per le micro e piccole imprese. Soprattutto digitalizzazione ed innovazione dei processi e la grande sfida della riqualificazione degli edifici, nella chiave della sostenibilità, rappresentano gli asset più rilevanti su cui puntare per tornare a crescere e a farlo con un innalzamento complessivo del valore aggiunto espresso dalla nostra economia reale. Perché proprio di questo, per CNA Lombardia, si tratta: mettere a terra, concretizzare, far diventare realtà la finanza messa a disposizione dall’Unione Europea”