Il Servizio conciliazione dell’ARERA arriverà sui cellulari tramite app. Nel 2020 recuperati 10,3 milioni di euro a favore dei consumatori.
Un gran numero di italiani ha avuto a che fare con le telefonate di operatori e gestori di forniture elettriche, di gas e di acqua, la cui insistenza è seconda probabilmente solo a quella delle compagnie telefoniche. Da anni inoltre, con una certa periodicità, sui giornali locali si legge di persone, anziani e non, che essendo magari poco informate sull’argomento finiscono per concludere contratti poco vantaggiosi.
Per questo motivo tra poco l’Arera, l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, renderà disponibile l’app “Servizio conciliazione” che ha come scopo quello di permettere agli utenti di risolvere le eventuali controversie che insorgono con gli operatori tramite cellulare. In che modo? Qualora un cittadino riscontri un’anomalia o un errore in bolletta, per verificare quale sia il problema deve contattare anzitutto il proprio operatore, sporgendo eventualmente un reclamo. Tuttavia, se in questo modo non si giunge a una risoluzione, allora il soggetto può accedere a www.sportelloconsumatore.it attivando il “Servizio conciliazione” e, nel caso lo ritenga necessario, fare ricorso a un rappresentante come l’associazione consumatori. Ora questa possibilità viene estesa anche come servizio via app sul cellulare e sul tablet.
Il “Servizio conciliazione” esiste da tempo e nel momento in cui sbarcherà sui cellulari potrebbe conoscere un ulteriore sviluppo, per lo meno nella fascia generazionale a suo agio con gli strumenti digitali. Per quanto riguarda l’anno scorso, Arera ha appena pubblicato un resoconto in cui la società comunica di aver recuperato 10,3 milioni di euro a favore di consumatori tramite il “Servizio conciliazione”.
Nel 2020 infatti sono arrivate all’Autorità per l’energia oltre 18 mila domande relative a controversie con i venditori di acqua, luce e gas. Le richieste degli utenti sono risultate in aumento rispetto al 2019 quando erano state 16mila, con il 70% di accordi tra le parti su procedure concluse. I 10,3 milioni di euro rappresentano “quanto restituito ai clienti sotto forma di rimborsi, indennizzi, ricalcolo di fatturazioni errate o rinuncia a spese e interessi moratori da parte dei fornitori” e anche questa somma risulta in aumento dal momento che nel 2018 tale ammontare era pari a 5,6 milioni di euro. Le questioni affrontate più spesso sono quelle legate alla fatturazione soprattutto nei settori gas e idrico, alla contrattualistica e alle richieste di danni. Il 68% di tutte le domande inviate ha visto il cliente preferire ricorrere a un delegato come l’associazione dei consumatori per farsi rappresentare.
Simone Fausti