Le due aste di ieri del Tesoro hanno raccolto l’entusiasmo degli investitori che continuano a guardare con particolare favore al governo Draghi.
Ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha affidato a un pool di banche il mandato per un’emissione dual tranche di un nuovo benchmark BTP a 10 anni, con scadenza il 1° agosto 2031, e di un benchmark BPTP€i a 30 anni (titolo indicizzato all’inflazione dell’area euro con esclusione dei prodotti a base di tabacco) con scadenza 15 maggio 2051. Un’emissione sindacata che ha coinvolto Citigroup Global Markets Europe AG, Deutsche Bank A.G, Goldman Sachs Bank Europe SE, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A e Nomura Financial Products Europe GmbH.
Un’operazione che non ha destato sorpresa ma che allo stesso tempo indica una chiara intenzione del Tesoro: approfittare del momento Draghi. Il collocamento infatti è andato a buon fine, con gli ordini che hanno raggiunto gli 81,1 miliardi di euro: 65,5 miliardi per il decennale che paga lo 0,57% (uno dei rendimenti più bassi mai raggiunti) e 16,6 miliardi per il trentennale indicizzato all’inflazione.
Con Mario Draghi, fin dalla sua chiamata al Colle due settimane fa, lo spread Btp/Bund ha iniziato una progressiva discesa, tornando sotto la soglia psicologica dei 100 punti base e stabilizzandosi attualmente attorno ai 90 punti base. L’ultima asta del Mef è arrivata a poca distanza dalla precedente che si è tenuta a inizio gennaio e durante la quale il Tesoro ha collocato con successo un benchmark a 15 anni.
Lo scopo dunque è quello di approfittare della nomina di Draghi il cui solo nome sembra evocare un’ombra di garanzia sul debito nostrano. Da qui l’idea di nuove aste tramite le quali attrarre un considerevole numero di investitori istituzionali offrendo loro anche un benchmark a lungo termine come il BPTP€i a 30 anni.
Eppure è bene ricordare che, per come funzionano i mercati, questi hanno già scontato fin da subito la positività e le “garanzie” che si porta dietro uno come Mario Draghi. Questa linea di credito poggia sulle fondamenta solide del curriculum dell’ex numero uno della BCE il quale si è trovato in prima fila nell’ultimo decennio quando si è trattato di trovare soluzioni ai problemi innescati dall’ultima crisi finanziaria. Ma la luna di miele ha per sua definizione un arco temporale limitato. Oggi il Senato voterà la fiducia al governo Draghi e da quel momento in poi dovranno essere i fatti a parlare, a partire dalla gestione delle vaccinazioni e dello spettro di un nuovo lockdown in primavera.
Simone Fausti