Il ministro della Salute ritiene impossibile allentare le misure di contrasto al covid. L’esecutivo si prepara a un nuovo provvedimento e a nuovi ristori.
È durata poco l’illusione di un progressivo miglioramento della situazione. Causa pesanti ritardi nelle vaccinazioni e il diffondersi delle varianti covid, ieri il ministro della Salute ha confermato l’impossibilità di allentare le restrizioni considerate “indispensabili”. Nel suo discorso al Senato, Roberto Speranza non ha dato spazio ad equivoci, sottolineando come l’indice Rt, nonostante le misure in vigore, si stia avviando a superare la soglia di 1: “Con un Rt superiore a 1 il numero dei contagi quotidiani aumenta costantemente in modo significativo”.
Insomma, sembra questione di tempo prima che torni un vero e proprio lockdown. La chiusura totale del Paese è una situazione che il governo Draghi cerca di evitare, per questo Speranza ha affermato che la strategia dell’esecutivo sarà un contenimento differenziato a livello regionale.
Un approccio che finora ha trovato applicazione in alcune zone, in primis la Lombardia, dove dal 23 febbraio al 2 marzo è stata creata una zona arancione “rafforzata” in tutta la provincia di Brescia. Una misura che ha colpito anche alcuni comuni della bergamasca e del cremasco. Gli ultimi sviluppi hanno costretto i vertici del Pirellone ad agire diversamente. L’assessore lombardo al Welfare, Letizia Moratti, in un’intervista al Corriere della Sera, ha affermato la necessità di un cambio della strategia vaccinale. L’obiettivo della Moratti è quello di concentrare le vaccinazioni nelle aree critiche, per creare una sorta di “muro vaccinale” al confine tra le province di Bergamo e Brescia.
Ma la verità è che la Lombardia è a un passo dalla zona arancione e non è la sola. Speranza ha evidenziato come negli ultimi giorni “cinque Regioni abbiano segnalato la necessità di 25 zone rosse, alcune decise per l’insorgenza di focolai per la variante inglese, altre per la presenza di variante brasiliana e sudafricana. Si tratta di misure indispensabili, non c’è altra strada”.
Ieri a Palazzo Chigi l’esecutivo ha incontrato i vertici del Cts i quali hanno confermato il concreto rischio di un peggioramento generalizzato. Mario Draghi quindi si è convinto della necessità di un nuovo provvedimento anti covid che entrerà in vigore il 6 marzo e durerà un mese, fino al 6 aprile, a meno che la situazione non peggiori prima. Ciò significa la preparazione di una nuova tranche di ristori che Speranza assicura saranno “congrui per tutte le realtà economiche che stanno pagando a caro prezzo le misure di contenimento”.
Simone Fausti