L’ad Brunini non perde la fiducia nel futuro: “Occorre resistere indenni e riscaldare i muscoli non appena si ripartirà”.
Che la crisi dei trasporti aerei fosse profonda e con tempi lunghi lo aveva già messo in conto a due mesi dalla chiusura dell’annus horribilis, oggi il numero uno di Sea, Armando Brunini, conferma le sue previsioni alla luce dei dati attuali che registrano una perdita pesantissima, pari all’85% del traffico.
Intervenendo in occasione dell’evento “Your Next Milano”, organizzato da Assolombarda e Milano & Partners, Brunini ha spiegato: “Oggi è tutto sospeso. L’attrattività di Milano prima del Covid era consistente e seria, oggi abbiamo perso metà delle rotte”. Un dato che impatta di riflesso sulla ripartenza del capoluogo lombardo, legato a doppio filo con l’attività del trasporto aereo dei due aeroporti milanesi, Malpensa e Linate: “La funzione principale degli aeroporti è connettere territori con il mondo – ha detto l’ad Sea ai microfoni di Affaritaliani.it – Milano è la città più globale d’Italia, rappresenta una delle aree più dinamiche d’Europa, che deve essere connessa col resto del mondo: la ripartenza di Milano e la ripartenza dei suoi aeroporti vanno a braccetto”.
Posto che obiettivo primario è riuscire a sconfiggere il virus, che circola ancora troppo rapidamente, Sea sta intanto lavorando affinché i viaggiatori riacquisiscano gradualmente la fiducia a volare. In questa direzione va tutto l’impegno dell’azienda, che gestisce i due aeroporti milanesi, a garantire la sicurezza dei viaggi aerei, affiancando ai rigorosi protocolli sanitari anche dei voli “Covid tested” su 4 o 5 rotte intercontinentali selezionate, con l’obiettivo di creare dei corridoi sanitari. Questo significa che ciascun passeggero che sale a bordo del velivolo dovrà essersi sottoposto a vaccinazione oppure presentare un test o tampone Covid negativo.
E se questa strategia, nel breve periodo, potrebbe portare ad una leggera riapertura di connettività legata non soltanto ai viaggi essenziali, sul lungo periodo la strada è tutta in salita. Per questo Brunini ha sottolineato la necessità di “resistere indenni e riscaldare i muscoli non appena si ripartirà”. Le previsioni per il 2021 non sono affatto rosee, con una perdita di fatturato nei primi mesi dell’anno già all’85% è verosimile, secondo l’ad, che anche quest’anno si concluda in perdita per la società, che ha avuto dalla sua quantomeno il fatto di entrare solida nel periodo di crisi. Il 2019 si era infatti chiuso con ottimi risultati per Sea, che ha visto un investimento di 120 milioni di euro per le infrastrutture degli aeroporti milanesi. Superati i 700mln di euro di ricavi complessivi, un margine operativo lordo di 275mln di euro e un utile netto di oltre 120 milioni di euro, nonostante i costi derivanti dalla chiusura dell’hub di Linate.
Tuttavia l’ottimismo è d’obbligo: “Vedremo come andrà l’estate – ha concluso Brunini – c’è la speranza che il virus rallenti e consenta almeno una parziale ripresa. CI auguriamo un 2021 un po’ meglio del 2020”.
Micol Mulè