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    Vaccini: il problema della fiducia

    Un gran numero di Paesi europei ha sospeso le somministrazioni del vaccino AstraZeneca. Domani atteso il verdetto dell’Ema.

    Un effetto domino che ha colpito la maggior parte dei Paesi europei i quali, nel giro di pochi giorni, hanno sospeso le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca. Un brutto colpo soprattutto per l’Italia dal momento che il governo aveva appena varato il nuovo piano vaccinale che doveva dare un’accelerata al ritmo delle inoculazioni.

    Sono circa 100mila le somministrazioni saltate in Italia a causa dell’alt dell’Aifa: il presidente, Giorgio Palù, intervistato dal Corriere della Sera, ci ha tenuto a precisare che la sospensione è temporanea e precauzionale. L’allarme è scattato quando sono cominciati a sorgere casi di iper-coagulazione e trombosi in alcuni soggetti a seguito dell’inoculazione del vaccino AstraZeneca. Poi sono arrivati i primi decessi, anche se al momento non è chiara la dinamica causa-effetto. Secondo Palù  “è improbabile un nesso causale tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie”.

    Intanto sarà difficile per l’esecutivo raddoppiare o triplicare il ritmo delle vaccinazioni, come annunciato negli scorsi giorni, dal momento che le dosi di AstraZeneca già pronte rimangono sospese nei frigoriferi in attesa del verdetto dell’Ema previsto per questo giovedì. Nel frattempo l’Agenzia Europea per i medicinali ieri ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ribadito che al momento non risulta esserci una correlazione tra il vaccino prodotto a Oxford e gli eventi avversi registrati in alcuni Stati Europei. La direttrice esecutiva, Emer Cooke, si è detta tuttavia preoccupata  per un possibile “effetto sulla fiducia dei vaccini”.

    Un punto dolente quello della fiducia. In alcune frange della società pubblica italiana sono emerse negli scorsi mesi diverse diffidenze e pregiudizi contro l’idea stessa di vaccinarsi. Ciò che sta succedendo complica ulteriormente una situazione già difficile. D’altra parte le informazioni che si sono susseguite nelle ultime settimane hanno fatto sorgere qualche legittimo dubbio. Inizialmente infatti il vaccino AstraZeneca è stato consigliato per gli under 55, salvo poco dopo venir suggerito anche per gli under 65 e infine è stato dichiarato il via libera per tutte le età. Augurandoci che l’Ema, a seguito dell’analisi dei dati raccolti, fugga i dubbi sul rischio delle inoculazioni di AstraZeneca e che queste dunque possano riprendere agilmente, quale sarà l’impatto psicologico sui cittadini?

    La Commissione Europea nel frattempo cerca di correre ai ripari. Ieri la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato di aver chiesto e ottenuto una consegna anticipata di 10 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech per il secondo trimestre. “So quanto sia critico il secondo trimestre per l’attuazione delle nostre strategie di vaccinazione negli Stati Membri – ha affermato von der Leyen – Questi 10 milioni di dosi porteranno le dosi totali di Pfizer nel secondo trimestre a oltre 200 milioni. Questa è un’ottima notizia. Offre agli Stati membri spazio di manovra e permette, possibilmente, di colmare le lacune nelle consegne”. Queste dosi infatti, rientrano nei 100 milioni di vaccini il cui arrivo era previsto nel terzo e quarto trimestre del 2021.

    Simone Fausti

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