Reddito di cittadinanza: le ultime novità e gli elogi di Tridico
Il governo ha deciso di rifinanziare il reddito di cittadinanza introducendo una novità nel funzionamento del meccanismo, mentre il presidente dell’Inps ha elogiato tale misura. Nel frattempo, secondo il Censis, milioni di lavoratori italiani hanno paura di perdere il posto di lavoro.
Il governo ha deciso di rifinanziare alcune misure a sostegno del reddito introducendo delle novità. Un miliardo di euro aggiuntivo è stato destinato al reddito di cittadinanza che in questo modo raggiunge la quota di 8,2 miliardi sull’anno. La spesa media mensile si aggirerà dunque appena sotto i 700 milioni, una cifra necessaria per far fronte all’incremento dei nuclei beneficiari che a gennaio sono aumentati quasi del 20% rispetto alla fine del 2019. La novità in questo caso risiede nel fatto che il Rdc verrà sospeso solo qualora il contratto di lavoro a termine porti il reddito familiare oltre i 10mila euro annuali. Negli altri casi dunque, quando termina un contratto a tempo determinato, la riattivazione del Rdc avverrà in modo automatico, senza dover far nuova richiesta all’Inps.
Nonostante negli scorsi mesi anche Luigi di Maio abbia ridimensionato il Reddito di cittadinanza, presentato dal Movimento Cinque Stelle come la misura salvifica per i poveri, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha affermato ieri che “senza il Reddito di cittadinanza, in pandemia avremmo avuto un caos sociale”. Tridico, intervenuto a una conferenza organizzata dall’Università di Verona, ha spiegato che ciò che non ha funzionato è il dibattito attorno: un dibattito che “è stato pessimo, obbrobrioso, lontanissimo da qualsiasi possibilità di valutare la proposta in termini scientifici ed accademici”. E cosa ha funzionato? Il presidente dell’Inps non ha dubbi: “Ha ridotto la povertà”. Tridico poi ha assicurato che l’Istituto è vigile nella selezione della platea di beneficiari dal momento il 40% delle domande per il Rdc vengono rifiutate: “Riceviamo oltre 2 milioni di domande e ne accettiamo 1,2 milioni per nuclei. Noi scoviamo i furbetti e li prendiamo”.
Sul fronte del lavoro, tuttavia, gli italiani sono tutt’altro che tranquilli. Secondo il quarto rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, 9,4 milioni di lavoratori del settore privato hanno paura di perdere il posto. 4,6 milioni temono di andare incontro a una riduzione del reddito mentre 4,5 milioni prevedono di dover lavorare più di prima. 4,4 milioni di italiani hanno paura di trovarsi disoccupati e 3,6 milioni di essere obbligati a cambiare occupazione.
Il rapporto, redatto con il contributo di Credem, Edison e Michelin, evidenzia una situazione più ottimista sul versante delle imprese. L’87% delle aziende guarda con ottimismo alla ripresa post-covid: gli stati d’animo prevalenti tra i responsabili intervistati sono “voglia di fare” (62,2%), speranza (33,7%) e coesione interna (30,1%). Per il post emergenza l’attenzione è rivolta al recupero del fatturato e di quote di mercato (76%) e alla sfida della transizione digitale (36,2). Quello delle prospettive dei responsabili d’azienda è un quadro che sorprende se si considera che il 68,7% delle società ha registrato perdite di fatturato dopo il primo lockdown.
Simone Fausti