Le nuove regole fino al 30 Aprile
Italia divisa tra il rosso e l’arancione. Nessuna apertura tranne le scuole per tutto Aprile. Ancora divieto di spostamento tra regioni. Vaccino obbligatorio per personale sanitario.
Dal 7 al 30 Aprile l’Italia resterà divisa in regioni arancioni e rosse, la zona gialla sarà infatti sospesa. Bar e ristoranti resteranno pertanto chiusi.
Resta salva la possibilità di allentare le restrizioni in quei territori dove il numero dei contagi si riduca in modo significativo.
Dopo Pasqua riapriranno invece tutte le scuole, dalla materna alla prima media, anche nelle zone rosse. Peraltro è fatto divieto ai presidenti di Regione di emanare ordinanze in senso contrario, a differenza di quanto accaduto sin ora.
Nelle zone arancioni le scuole saranno aperte fino alla terza media, mentre gli studenti delle superiori tornano in presenza al 50%.
Resta il divieto di spostamento tra le regioni, se non per raggiungere una seconda casa, motivi di lavoro o salute.
In zona rossa non saranno più possibili le visite ad amici e parenti. Si può uscire solo per lavoro, salute, necessità (fare la spesa, comprare farmaci e altre evenienze). Nemmeno parrucchieri e barbieri saranno aperti. Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, a meno che la Regione non faccia un’ordinanza contraria.
È confermato il coprifuoco in tutto il Paese dalle 22 alle 5.
Almeno fino al 30 Aprile non ci sarà nessuna apertura per ciò che concerne palestre, piscine, cinema, teatri e musei.
Nel decreto si prevede lo sblocco dei concorsi pubblici per la Pubblica Amministrazione. In ballo ci sono circa 110.000 assunzioni. Per semplificarli, si è deciso di valutare i candidati con un’unica prova scritta e un esame orale solo eventuale, che resterà tale fintanto che l’emergenza continua.
I concorsi in presenza partiranno dai primi di Maggio. Per consentire lo svolgimento delle prove in sicurezza si prevede l’obbligo per i candidati di produrre la certificazione di un test antigenico negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.
Infine viene introdotta una prima forma di obbligatorietà del vaccino, limitata solo a medici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, dipendenti anche amministrativi di Rsa e studi privati. In caso di rifiuto, la conseguenza sarà quella del demansionamento o della sospensione, compreso lo stipendio.
È stato introdotto lo scudo penale per i vaccinatori, limitando la loro responsabilità ai soli casi di colpa grave.
Andrea Curcio