Decreto Draghi, già si ipotizzano deroghe per la riapertura di alcune attività
Dalla seconda decade del mese di aprile possibili spiragli di riapertura, tutto dipenderà dall’andamento del quadro epidemiologico e della campagna vaccinale. In pressing le Regioni. Confartigianato lancia petizione per far riaprire parrucchieri e centri estetici in zona rossa.
Dopo la zona rossa nazionale che ha blindato l’Italia da nord a sud per i tre giorni delle festività pasquali, da ieri è stata ripristinata la suddivisione del Paese nelle sole due fasce rossa o arancione, valida, con tutte le sue restrizioni, almeno fino alla fine di aprile. Eppure sembrerebbe possa aprirsi uno spiraglio per consentire qualche riapertura a partire dalla seconda decade del mese.
Il decreto Draghi, in vigore da oggi, contempla infatti la possibilità di adottare modifiche alle misure finora messe in atto, con specifici provvedimenti del Consiglio dei Ministri,già entro la fine di aprile. Ed è in questa facoltà che sperano i gestori di numerose attività, tra cui bar e ristoranti, nonché parrucchieri e centri estetici, ma anche palestre e piscine, cinema e teatri che sono rimasti chiusi da ormai troppo tempo e per i quali scarseggiano prospettive certe per una vera ripresa.
Tutto dipenderà dai dati relativi al quadro epidemiologico e dall’andamento del Piano strategico nazionale dei vaccini “con particolare riferimento alle persone anziane e fragili”, elementi decisivi per definire possibili spiragli di allentamento delle misure attualmente in vigore. Al momento, tuttavia, non risulterebbe convocata ancora nessuna cabina di regia per valutare la situazione, come hanno specificato fonti di palazzo Chigi, e nemmeno ci sarebbe una data definita a breve. L’unica certezza è lo stretto monitoraggio del quadro epidemiologico per avere una base scientifica sulla quale poter ragionare in previsione di un piano di riaperture.
Ed è proprio su questo punto che intendono andare in pressing le Regioni in occasione dell’appuntamento di domani con il premier Draghi e i ministri Franco e Gelmini, per discutere sui fondi del Recovery. L’obiettivo è di definire prospettive certe per tutti quei settori ancora bloccati dalle misure di contenimento dei contagi, valutando delle ipotesi di riapertura a partire dal 20 aprile, qualora l’andamento epidemiologico lo consentisse. Una posizione sostenuta anche dalle forze politiche, dalla Lega di Matteo Salvini a Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto che ha ribadito la necessità di “dare un segnale di speranza all’economia italiana” con “un sistema graduale e pragmatico di riaperture mirate”.
In pressing sul Governo anche CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, ndr), Confartigianato e Casartigiani, promotori della petizione online attivata su change.org – che ha già raccolto quasi 50mila firme – per consentire a parrucchieri e centri estetici di riaprire anche in zona rossa. “Sono luoghi sicuri per clienti, dipendenti e imprenditori – spiegano -. La loro chiusura apre la strada agli abusivi che approfittano dei divieti per entrare nelle case senza rispettare alcuna misura di sicurezza”. Misure invece scrupolosamente adottate dai saloni, come previsto dai protocolli: “I provvedimenti del Governo hanno prima imposto alle imprese di adeguarsi a loro spese ai protocolli anti-Covid e poi le hanno costrette a nuove, insostenibili, chiusure nonostante queste attività non abbiano rappresentato fonte di contagio”, sottolineano gli organizzatori che chiedono a gran voce la possibilità di tornare a lavorare al più presto: “Imporre la chiusura delle attività è una condanna a morte per tante imprese regolari che non riusciranno a resistere ancora per molto”.
Micol Mulè