Cina: il Pil del primo trimestre vola a +18,3%
La crescita economica poggia le basi sulla ripartenza della domanda interna ed esterna, e sugli aiuti statali destinati alle piccole e medie imprese. Le previsioni 2021 del FMI parlano di una crescita dell’8,4%, ma il governo sposa la linea della prudenza e stima il 6%.
La Cina comincia a vedere gli effetti dell’allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia e promette una ripresa della crescita a ritmo sostenuto. Prova ne sia il balzo da record del Pil che registra un aumento del 18,3% su base annua nel primo trimestre di quest’anno. Niente a che vedere con il dato, altrettanto storico, dei primi tre mesi del 2020, quando la Cina si trovava nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria e il crollo aveva raggiunto quota -6,8%.
La crescita economica del gigante asiatico poggia le sue basi sulla ripartenza della domanda interna, ed esterna, e sugli aiuti statali destinati alle piccole e medie imprese per consentire una piena ripresa delle attività dopo il blocco totale dovuto all’emergenza Covid.
I dati, resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica, registrano un aumento della produzione industriale pari al 24,5%, positivo anche l’andamento dei consumi interni che si mostra in costante crescita da quando tutte le attività aperte al pubblico hanno potuto riprendere a pieno ritmo. A marzo 2021 le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative, ferme a +28%, arrivando ad oltrepassare il 34%, così come gli investimenti fissi che, sebbene in rallentamento rispetto ai primi due mesi dell’anno, superano le previsioni con un +25,6%.
Un netto cambio di passo rispetto al primo trimestre 2020, segnato dal record negativo degli ultimi sessant’anni, che ha dato un’iniezione di fiducia sui mercati finanziari. La Cina, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, ha chiuso l’annus horribilis registrando una crescita pari al 2,3%, unica eccezione tra le grandi potenze economiche mondiali che hanno dovuto fare i conti con contrazioni significative.
Le previsioni per il 2021 del Fondo Monetario Internazionale danno la Cina in crescita dell’8,4%, oltre due punti percentuali superiori rispetto alle stime del governo cinese definite al 6%. Orientato alla prudenza anche lo stesso Istituto Nazionale di Statistica, che ha sottolineato la necessità di non trascurare l’elemento di forte incertezza che caratterizza il panorama internazionale. Le basi per la ripresa ci sono, ma devono consolidarsi per garantire una crescita costante e soprattutto duratura nel lungo periodo.
Micol Mulè