A rischio tanti posti di lavoro, specialmente nel terziario
Blocco dei licenziamenti e Cassa integrazione straordinaria non sono misure eterne. A Settembre si vedranno le conseguenze della crisi.
Si prevede per il futuro, anche nelle aziende non direttamente colpite dalle crisi, un rischio di licenziamenti che metterebbe a rischio numerosi posti di lavoro.
I datori di lavoro stanno cominciando a fornire degli “incentivi” per convincere alcuni dipendenti a lasciare la propria occupazione, e non solo rivolgendosi a quelli prossimi alla pensione. A rischiare sono anche i lavoratori di età compresa tra i trenta e i quarant’anni.
Si deve considerare infatti che molti posti di lavoro sono tenuti in vita “artificialmente”, grazie alla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti. Ma non appena la situazione si sbloccherà e queste misure di carattere straordinario verranno abolite, l’impatto iniziale sarà durissimo per molte famiglie.
Il blocco dei licenziamenti, salvo altre proroghe, scadrà il 30 Giugno. Maurizio Del Conte, presidente di Afol Metropolitana, l’agenzia che gestisce i centri per l’impiego sul territorio, prevede che la vera botta sarà a Settembre, con problemi sociali che saranno più gravi del previsto.
Il professore della Bocconi avverte che per gestire un’ondata di licenziamenti di massa, sarà necessario preparare un percorso di transizione, in modo da evitare che parecchia gente finisca sul lastrico.
A questo proposito sono già in corso degli incontri tra Afol, Assolombarda e altre realtà lavorative per studiare interventi locali finalizzati a fronteggiare l’emergenza.
Fortunatamente gli scenari non sono del tutto negativi. La manifattura si sta riprendendo e si avvertono piccoli segnali di ripresa come la riattivazione di contratti stagionali e temporanei.
A soffrire di più saranno i lavoratori della filiera turistico-alberghiera, come spiega Eros Lanzoni, segretario della Cisl Milano: “Lo sblocco dei licenziamenti colpirà chi lavora nel terziario, nel commercio e nel turismo. Scompariranno tanti posti di lavoro mentre molti altri ne nasceranno con nuove tecnologie e in luoghi diversi, bisogna organizzare riqualificazione e formazione mirata alle nuove necessità”.
Andrea Curcio