sabato, Novembre 23, 2024
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    Le parole di Mattarella nella giornata contro l’omofobia sono state davvero inclusive?

    Le parole di Mattarella nella giornata contro l’omofobia sono state davvero inclusive?
    Caro direttore,
    non si può non essere d’accordo con quanto affermato del Presidente Mattarella in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia (a quando la giornata contro l’eterofobia?). Infatti, non si può che rifiutare ogni forma di discriminazione e di intolleranza verso qualsiasi persona e qualsiasi cittadino. Come si deve rifiutare ogni forma di disprezzo e si deve combattere contro ogni fanatismo inaccettabile. Su tutto ciò siamo assolutamente d’accordo, senza se e senza ma.
    Mi permetto, però, di segnalare a tutti che il ddl Zan contiene molte norme che, se fossero approvate anche dal Senato, produrrebbero anch’esse gravi forme di discriminazione e di intolleranza. Parliamoci chiaro: se passa tale legge, sarà il mondo LGBT a diventare discriminatorio e intollerante, come già sta avvenendo, a legge non ancora approvata. E’ il mondo LGBT che sta condannando a priori ogni frase, anche detta con correttezza, diversa dal pensiero gender. Anche il Presidente Mattarella deve sapere che un noto psicologo milanese è stato messo sotto processo disciplinare dal proprio ordine professionale per avere detto, in una trasmissione televisiva, che per la crescita equilibrata di un bambino occorre la presenza di una mamma e di un papà. E occorre sapere, per esempio, che in Spagna, sulla base di una legge analoga alla Zan, un cardinale di Santa Romana Chiesa è stato iscritto tra gli imputati per avere esposto la dottrina cattolica in tema di sesso e di affettività. E occorre anche sapere che in molti settori di lavoro è molto difficile potere lavorare da parte di un eterosessuale. Nelle piazze organizzate dal mondo LGBT si assistono  a “fanatismi inaccettabili” da parte di quel mondo. Anche il richiamo al principio di uguaglianza stabilito dall’articolo 3 della Costituzione deve essere considerato in tutti i suoi aspetti, visto che il ddl Zan di fatto viola tale articolo laddove crea una”categoria” di persone che vengono tutelate in modo non uguale, pur essendoci già tutte le norme, comprese le aggravanti, che tutelano il fisico e l’onorabilità di ogni cittadino.
    Ecco allora che la tutela dei diritti deve essere considerata in tutti i suoi aspetti ed in tutte le sue sfaccettature. Si deve, allora, tenere presente che la violazione dei diritti può essere operata dalla maggioranza eterosessuale (come nella storia spesso è avvenuto), ma può essere posta in atto anche dalla minoranza LGBT, come appare sempre più evidente.
    Gli interventi in materia, allora, devono sempre essere equilibrati e completi, soprattutto quando esiste il concreto pericolo che vengano posti sotto attacco due dimensioni fondamentali di ogni società civile e cioè la libertà e l’educazione. Circa il ddl Zan, quindi, devono essere affossate tutte le parti che rendono plausibile la possibilità che esso violi l’articolo 21 della Costituzione (libertà di pensiero e di espressione delle opinioni) e l’articolo 30, il quale stabilisce che il diritto all’educazione dei figli spetta solo ai genitori e non allo Stato, soprattutto ad uno Stato che voglia imporre, come il ddl Zan, un pensiero unico e ideologico di parte. Se così non fosse, la legge Zan sarebbe anticostituzionale.
    In questo periodo di grandi confusioni, chi guida il popolo deve essere molto equilibrato, tenendo conto di tutti i fattori in gioco. Il che significa, almeno ogni tanto, porsi in un atteggiamento controcorrente. Contro la facile corrente del pensiero unico, frutto di un mortale “politicamente corretto”, che è il vero nemico di una vera democrazia.
    Peppino Zola

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