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    Intervista a Lorenzo Bassi

    Intervista a Lorenzo Bassi
    Organizzatore di eventi durante la pandemia si reinventa mettendosi a disposizione degli ospedali e delle farmacie
    Di cosa si occupa?
    Sono il fondatore di un’agenzia che si è sempre occupata di eventi su committenza per conto di varie aziende. Partendo dallaproduzione di eventi, con il tempo ci siamo specializzati anchenell’allestimento e nel noleggio dell’attrezzatura per gli eventi. Ci troviamo a Torino ma già da 6 anni abbiamo anche una sede a Milano.
    Il settore eventi è stato uno dei più colpiti dalla pandemia. Come avete reagito?
    Ci siamo dovuti completamente reinventare. Il nostro fatturato si è praticamente azzerato e all’improvviso ci siamo trovati con 35 lavoratori a casa.
    Così abbiamo preso la decisione, durante quella fase di emergenza dello scorso anno, di portare la nostra competenza e la nostra esperienza nel mondo sanitario, che in quel momento si trovava in estrema difficoltà. Ci siamo messi a disposizione per l’allestimento di diverse strutture ospedaliere. Il primo ospedale su cui abbiamo lavorato è stato quello di emergenza covid delle OGR(Officine Grandi Riparazioni) a Torino. La struttura era originariamente adibita come location per eventi. In fretta e furia è stata trasformata in un ospedale, con il supporto anche dell’esercito e delle donazioni delle fondazioni bancarie. In seguito siamo stati chiamati per allestire l’ospedale Valentino, che oggi è in via di riconversione come hub vaccinale.
    Abbiamo poi implementato un servizio chiavi in mano di tamponi rapidi per le farmacie, arrivando a rifornire oggi 40 farmacie attive.
    Infine ci siamo specializzati anche nella fornitura del personale sanitario.
    Oggi nella nostra piattaforma abbiamo oltre 250 lavoratori tra medici e infermieri. Arriviamo a gestire quasi 600 turni al mese negli hotspot e negli hub vaccinali.
    Come è stato cambiare radicalmente settore di attività?
    Tutto è nato da un gruppo di neo-laureati in medicina che lavoravano con noi. Parlando con loro è sorta l’iniziativa. Abbiamo deciso di tentare di cogliere un’opportunità, anche perché non c’erano alternative. Il nostro lavoro non è poi così diverso: si tratta sempre di organizzare. Certo, abbiamo dovuto acquisire tante conoscenze, nozioni tecniche del mondo sanitario. Ma il nostro compito è di organizzare squadre di medici, di infermieri, allestire presidi e gestirne la logistica. Non potremmo fare questo senza l’esperienza acquisita nell’organizzazione di eventi.
    Avete beneficiato dei ristori governativi?
    Molto poco. A fronte di una perdita di oltre il 90% del fatturatonegli eventi, quello che abbiamo ricevuto non ci avrebbe permesso di sopravvivere.
    Sembra che adesso la situazione della pandemia stia migliorando. Tornerete al vostro vecchio lavoro?
    Noi ovviamente speriamo, anzi non vediamo l’ora di tornare a organizzare gli eventi dal vivo.
    Nel frattempo le aziende stanno facendo gli eventi digitali che, anche se non aperti al pubblico, richiedono comunque una presenza dal vivo di 10, 20, anche 30 persone: organizzatori, addetti ai lavori, testimonial, ospiti. E in questo ambito noi ci presentiamo come un apprezzato interlocutore perché possiamo fornire, grazie all’esperienza maturata in campo sanitario, tamponi, test e tutto quello che serve per fare un evento in sicurezza. Adesso con la regola del green pass questo aspetto diventa fondamentale. Ipotizziamo un aumento delle richieste. Non solo per gli eventi aziendali, ma anche per matrimoni, concerti, partite.
    Andrea Curcio

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