Cdm: approvato Dl Semplificazioni
Il testo finale ha subito alcune modifiche tra cui l’innalzamento della soglia del subappalto al 50% e la mancata estensione del superbonus agli alberghi.
Il Consiglio dei ministri di venerdì sera ha dato il via libera al decreto Recovery/Semplificazioni che rappresenta un passo cruciale per semplificare appunto la mole di progetti in cantiere contenuti nel Pnrr nazionale. I tempi stringono: la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato questa settimana che tutti gli Stati Membri hanno dato “luce verde” al finanziamento del Next Generation Eu. Nei prossimi giorni dunque ci saranno dunque gli ultimi passaggi formali della procedura: “La Commissione è pronta ad andare sui mercati per raccogliere i fondi che renderanno l’Ue più verde, digitale e resiliente” ha scritto la presidente su Twitter.
Sul fronte italiano, il testo del Dl Semplificazioni appena approvato ha subito alcune modifiche. L’aspetto principale di governance riguarda la conferma che il governo avrà ampi poteri per portare avanti i progetti del Pnrr anche se ogni piano avrà la sua gerarchia che dai soggetti attuatori sale fino alla cabina di regia tecnica e politica, con Palazzo Chigi che avrà l’ultima parola ma allo stesso tempo si confronterà costantemente con le Regioni, dopo che queste avevano protestato chiedendo un maggior coinvolgimento.
Per quanto riguarda il superbonus, visto che finora le regole hanno rallentato la richiesta dello sconto fiscale, ora per far partire i lavori basterà la comunicazione di inizio lavori (Cila), senza dover effettuare la doppia conformità. L’incentivo alla ristrutturazione green viene esteso agli ospedali, ospizi, case di cura e caserme ma salta l’idea di comprendere anche gli alberghi a causa dell’onerosità dell’estensione.
Un punto caldo era quello dei subappalti. Un cambiamento importante riguarda l’innalzamento della soglia dal 40% al 50% fino al 31 ottobre ma, a seguito delle pressioni dei sindacati, è stato altresì deciso che il subappaltatore dovrà garantire gli stessi standard qualitativi previsti nel contratto di appalto. Dal 1 novembre di quest’anno, invece, verrà rimosso ogni limite quantitativo, anche se, come riferito da fonti di governo dopo il Cdm, “le stazioni appaltanti indicheranno nei documenti di gara le prestazioni o lavorazioni che devono essere eseguite obbligatoriamente a cura dell’aggiudicatario in ragione della loro specificità”. Confermata anche l’eliminazione del massimo ribasso per l’aggiudicazione dei lavori. Le proroghe agli affidamenti senza gara invece inizialmente erano previsti al 31 dicembre 2026 mentre alla fine è stata decisa una limitazione al 30 giugno 2023.
Sul subappalto il dibattito politico si era acceso negli ultimi giorni e a seguito delle ultime modifiche il ministro del Lavoro, Orlando, ha ribadito che il testo approvato “è un punto di equilibrio che tiene insieme un’esigenza profonda di rendere più rapida la P.A. anche in vista della sfida del Recovery, senza sacrificare beni giuridici fondamentali e diritti fondamentali come avere un ambiente sano, il diritto alla legalità, alla difesa del lavoro”. Soddisfatto anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il quale ha sottolineato come siano state “riconosciute anche ai lavoratori del subappalto uguali condizioni normative e salariali dei lavoratori delle imprese aggiudicatrici e a stesso lavoro stesso contratto, tutele per gli appalti ad alta intensità di manodopera, responsabilità in solido estesa al subappaltatore e norme per la legalità e contro il lavoro irregolare”.