220milioni di investimento, 900mila metri quadrati da coprire. Alla scoperta dell’azienda lecchese, Fibrocev, che ha partecipato alla realizzazione della pavimentazione in calcestruzzo fibrorinforzato del Porto del Pireo.
Il Porto del Pireo è un’infrastruttura fondamentale per la Grecia e per i flussi internazionali. È il più grande porto passeggeri in Europa, terzo al mondo, accogliendo ogni anno oltre 20 milioni di persone. Ma ricopre un ruolo fondamentale anche per il commercio: oltre ad un terminal passeggeri, infatti, il Pireo ha un terminal container con un’area di stoccaggio di 900mila metri quadrati che lo rende un importante centro della marina mercantile. Da esso transitano ogni anno circa 25mila navi e dà lavoro a 2mila persone.
Per gestire questi volumi è necessario garantire un’infrastruttura solida, a partire dalla pavimentazione che nel 2013 è stata affidata all’azienda lecchese Fibrocev, facente parte del network industriale di proprietà della famiglia Galbiati. L’Informatore ha incontrato l’amministratore delegato, Massimo Fumagalli, per farsi raccontare la realizzazione di questa opera.
Come è nata quest’opera?
Questa opportunità di sviluppo infrastrutturale è nata perché il Porto del Pireo è stato ceduto in gestione alla COSCO (China Ocean Shipping Group) da parte del governo greco e l’azienda cinese ha deciso di investire 220milioni per rimettere in sesto la parte vecchia e per sviluppare una serie di aree nella parte commerciale del porto. Lo scopo era aumentare la capacità ricettiva, cioè il numero di container da poter stoccare e la relativa movimentazione di questi nel porto.
È stato complicato aggiudicarsi l’intervento?
Non ci sono stati particolari impedimenti burocratici. Vi era un unico grande vincolo in origine: quando le istituzioni greche hanno ceduto la gestione del Pireo alla COSCO hanno richiesto di far lavorare innanzitutto aziende greche. Noi abbiamo un partner locale di lunga data a cui abbiamo venduto il nostro prodotto e poi loro hanno gestito la parte cantieristica.
In cosa consiste il prodotto che producete e che avete venduto per la pavimentazione?
Le nostre fibre d’acciaio, uniche nel loro genere, sono state scelte perché soddisfacevano le necessità tecniche del committente. Il processo è molto lineare: noi spedivamo le fibre al cantiere greco, il nostro partner gestiva la fase di gestione in cantiere sorvegliando l’impresa di costruzioni greca che le miscelava, secondo i dettami progettuali di Fibrocev, con il calcestruzzo e poi posava il composito ottenuto che veniva lisciato per realizzare la pavimentazione.
In particolare, per il Pireo, abbiamo realizzato questa fibra metallica FIBRAG-STEEL: F-DUE 44/45 MT fabbricata da nastro in acciaio a basso tenore di carbonio per il rinforzo appunto del calcestruzzo. La fibra infatti è in grado di migliorare notevolmente le proprietà meccaniche del composito, in particolare la durabilità, incrementando la resistenza ultima a trazione e a fatica, oltre alla duttilità.
Quali sono i mezzi che usano quotidianamente questa pavimentazione?
Il pavimento doveva essere particolarmente solido perché sopra ci lavorano i pantografi su rotaie che servono per scaricare i container dalle navi. Poi i vari container vengono accatastati fino a un’altezza di 12 metri. Inoltre su quest’area arrivano ogni giorno i camion che portano le merci in tutta Europa.
Quanto è importante la capacità di garantire tempestivamente ingenti volumi di prodotto?
È fondamentale. Noi abbiamo cominciato nel 2013 e abbiamo terminato nel 2019 ma i tempi non erano omogenei perché devi rispettare le dinamiche del cantiere. Noi siamo stati scelti anche per la nostra flessibilità e reattività rispetto alle richieste che arrivavano. Un anno abbiamo dovuto mandare diversi camion con le fibre in acciaio durante le vacanze Natalizie.
Avete incontrato particolari ostacoli nella fornitura?
No, c’è stato un confronto acceso nella fase di pre-sales per capire se eravamo in grado di soddisfare i volumi richiesti, ma poi una volta avviati i lavori non abbiamo ricevuto una sola mail di lamentela. Eppure la parte realizzativa non è stata semplice perché gettare calcestruzzo in Grecia, a luglio, fronte mare col sole a picco e vento forte non è semplice.
Insomma, un’opera infrastrutturale che ha richiesto diversi anni e ingenti sforzi produttivi e logistici dal momento che alla fine Fibrocev ha fornito in totale 5 miliardi di fibre in acciaio per un peso complessivo 1,3milioni di chili.
Simone Fausti