TARI: rebus scadenze sul filo di lana
Dalle dichiarazioni dell’ultima ora sembra ormai probabile una nuova proroga con slittamento al 31 luglio e termine per le riscossioni alla fine di agosto.
Il decreto sul tavolo del Consiglio dei Ministri, in attuazione del decreto “sostegni bis” consente agli enti locali di prendere ulteriore tempo per la definizione dei piani economico-finanziari da applicare sui propri territori.
Motivo del quasi certo rinvio è la diatriba scatenata dal recente recepimento in Italia della direttiva UE sull’economia circolare (Dlgs 116/2020) tra il MEF e il collega della transizione ecologica. L’oggetto del contendere riguarda la possibile esenzione generalizzata dei magazzini delle imprese con grande disappunto degli amministratori locali.
Ma al netto di possibili interpretazioni al dettato europeo, in ogni caso con le modifiche alla disciplina per le industrie porta con sé come conseguenza la modifica della platea dei destinatari di questa imposta e quindi la sua ripartizione. Giova infatti ricordare che il meccanismo della TARI prevede un saldo a zero, cioè una completa redistribuzione tra i contribuenti sulla base di parametri che determinano gli importi a carico di ciascuno.
A complicare ulteriormente la situazione ci si è messo anche il cosiddetto “Fondone”, un tesoretto da 600 milioni per gli sconti alle utenze non domestiche colpite dalle restrizioni contro il Covid nei primi mesi dell’anno passato. E giusto per non farci mancare niente, si procederà contestualmente al calcolo dei conguagli relativi al 2019. Non siamo su Scherzi a parte, ma poco ci manca. Come ne usciremo? Come sempre, all’italiana, ovvero con l’infallibile metodo del rinviare le decisioni e magari lasciarle a chi arriverà dopo.
Ma non sempre il finale è a lieto fine: se dovessero congelare le regole emergenziali anche per il 2020 , garantendo ancora un certo sollievo alle imprese, l’effetto finale sarebbe quasi certamente quello di una mazzata nel 2022 dove sarebbe giocoforza recuperare quanto dovuto dai contribuenti negli ultimi due anni, con l’incubo della crisi ancora ben presente davanti agli occhi. Ma oggi l’unica certezza è l’incertezza.
Pietro Broccanello