Cani anti-Covid: un fiuto infallibile
I nostri amici a quattro zampe ci hanno sempre dimostrato di essere fedeli e affidabili; oltre a farci compagnia, grazie al loro talento naturale sono spesso di grande aiuto nelle situazioni più disparate: il loro fiuto particolarmente sviluppato viene utilizzato nelle operazioni antidroga, nella ricerca di persone disperse in montagna, nella più ludica ricerca del pregiato tartufo. Basta addestrarli adeguatamente e il loro apporto spesso diventa decisivo e al costo di qualche crocchetta.
Così, allo IEO, il prestigioso Istituto Europeo di Oncologia, hanno pensato di poter mettere a disposizione la dote olfattiva del migliore amico dell’uomo come strumento in grado di individuare persone positive al Covid ma asintomatiche, senza il bisogno di effettuare a ripetizione tamponi su tamponi.
Il progetto sperimentale dello IEO parte dall’idea di addestrare i cani a rilevare la presenza del virus dal sudore delle persone. Un metodo che, se dopo la fase di sperimentazione dovesse dimostrarsi efficace, garantirebbe uno screening istantaneo a costi decisamente bassi.
Nasce dunque il progetto “Se fiuto ti aiuto” che vedrà a fianco dello IEO la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano e il sostegno di Confindustria con la propria divisione Cisambiente.
Si partirà a settembre con l’addestramento di due cani che verranno posizionati all’ingresso dell’Istituto Europeo di Oncologia insieme ai loro tutor con il compito di fiutare persone asintomatiche che volontariamente vorranno aderire all’iniziativa sperimentale.
L’uso dei simpatici animali consentirà di ridurre l’uso dei tamponi molecolari con una semplice “annusata”, sicuramente meno invasiva degli attuali strumenti di sceening, aumentando il livello di sicurezza anche per i pazienti che già oggi sono ospitati in una struttura Covid free grazie a efficaci misure di sicurezza.
Riaprendo l’accesso all’ospedale ai parenti in visita ai loro cari in degenza questa ulteriore soluzione – se clinicamente si dimostrerà davvero efficace e scientificamente ammissibile – consentirà un grado ancora maggiore di controllo di possibili contagi.
La sperimentazione si articolerà in due fasi: nella prima le unità cinofile verranno addestrate per circa quattro settimane presso il laboratorio di FisioEtologia dell’Università di Milano e dovranno annusare campioni di sudore prelevati da 100 persone positive al test molecolare, 500 negative e altre 100 già vaccinate. Tutte rigorosamente prive di sintomi virali.
I volontari dovranno tenere per alcuni minuti un cilindro sotto le ascelle, più o meno come fosse un termometro, che verrà poi annusato dai cani anti-Covid. Questi riceveranno in premio alcune crocchette per ogni “sniffata” corretta, fino ad affinare la tecnica di rilevazione ed un comportamento corretto.
La seconda fase vedrà i quattrozampe davanti all’ingresso dello IEO e, come dicevamo, ripeteranno “in diretta” la stessa operazione, fino a quando dalle simulazioni effettuate su un campione significativo di persone si potrà arrivare a validare la sperimentazione e riconoscerle validità scientifica.
Qualora l’esito finale fosse positivo, verrà approntato un protocollo grazie al quale l’impiego degli animali potrà essere esteso in tutti i luoghi di grande affluenza, come aeroporti, ospedali, luoghi turistici e altri ancora.
Una soluzione semplice e geniale, come spesso accade quando l’ingegno dell’uomo si applica in modo intelligente alla realtà per rispondere ai bisogni con efficacia e grande affidabilità.
Pietro Broccanello