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    Serie A, diritti tv: Antitrust avvia istruttoria su accordo Tim-Dazn

    Serie A, diritti tv: Antitrust avvia istruttoria su accordo Tim-Dazn
    L’Agcom ha avviato un’istruttoria per verificare che l’accordo tra Tim e Dazn per trasmettere le partite della Serie A non comporti delle restrizioni alla concorrenza.
    Mentre gli italiani ripongono le loro speranze calcistiche negli Azzurri, impegnati domenica prossima nella finale degli Europei 2020 a Wembley, si riapre la vicenda sui diritti tv della SerieA. Negli scorsi mesi il gruppo inglese Dazn si è aggiudicato i diritti per le partite del massimo campionato di calcio italiano per il triennio 2021-2024, a seguito della gara indetta dalla Lega Serie A.
    Ma la partita sembra non essere finita. Ieri l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria riguardo ad alcune clausole dell’accordo fra Tim e Dazn per la distribuzione e il supporto tecnologico relativo ai contenuti dei pacchetti 1 e 3 dei diritti per la visione della partite di Serie A. Nello specifico, l’Antitrust vuole accertarsi se nelle clausole dell’accordo è presente una possibile intesa restrittiva della concorrenza che limiterebbe commercialmente Dazn nell’offerta di servizi televisivi a pagamento. In questo caso, spiega la nota dell’Autorità, ciò ridurrebbe la capacità del gruppo britannico di proporre sconti agli utenti finali con la conseguenza di “ostacolare gli altri operatori di telecomunicazioni dall’intraprendere eventuali iniziative commerciali”.
    Ma l’indagine dell’Antitrust è volta anche a verificare “la restrittività dell’intesa con riferimento a ulteriori elementi che riguardano la possibile adozione da parte di TIM di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti e che potrebbero tradursi in ostacoli all’adozione di soluzioni tecnologiche proprie”.
    In sostanza potrebbe trattarsi di un caso di distorsione della concorrenza e a pagarne le conseguenze sarebbero i milioni di fan italiani ai quali verrebbe impedito di scegliere liberamente il proprio fornitore di connettività internet e la modalità di fruizione di Dazn. La questione rientra nel più ampio dibattito dell’evoluzione delle modalità di fruizione dei servizi televisivi verso piattaforme internet e le conseguenze economiche che ciò comporta per i consumatori.
    Non si è fatta attendere la risposta di Tim che in un comunicato stampa ha fatto sapere che, riguardo l’asserita indisponibilità di soluzioni tecniche a cui ha fatto riferimento l’Agcom, la società informa che tali soluzioni dono “disponibili a tutti gli operatori purché questi sostengano gli investimenti necessari”. La società guidata da Luigi Gubitosi ha precisato che le sue offerte commerciali non prevedono nessun obbligo di sottoscrizione di servizi di connettività per accedere ai contenuti pay-tv. Per quanto riguarda le altre accuse, l’azienda è confidente che nel contraddittorio, tutto verrà chiarito. Per Dazn è intervenuta direttamente la responsabile di Italia e Spagna, Veronica Diquattro che ha affermato di essere tranquilla sull’operato della società: “L’obiettivo di Dazn è soddisfare la passione degli sportivi e lo potranno fare su qualsiasi dispositivo e qualsiasi operatore”.

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