Le borse europee rimbalzano in attesa della Fed
Dopo un pessimo avvio di settimana su cui ha pesato la crisi del gigante immobiliare cinese Evergrande, i listini europei hanno recuperato parte delle perdite, in attesa di una serie di decisioni di politica monetaria da parte di diverse Banche centrali
Martedì positivo per le borse europee dopo un lunedì nero che ha visto tutti gli indici del continente sprofondare e registrare la peggior seduta degli ultimi 100 giorni, con Il Ftse Mib che ha ceduto il 2,57%. Il caso del colosso immobiliare Evegrande, definito “la Lehman Brothers cinese”, ha affossato il sentiment sull’azionario in attesa di scoprire se i 300 miliardi di debito di Evergrande avranno pesanti ripercussioni su tutto il sistema.
Nel frattempo però i mercati hanno reagito: martedì si è verificata una sterzata generale che ha visto tutte le principali borse europee guadagnare oltre un punto percentuale anche se la settimana sui mercati si prospetta movimentata per una serie di appuntamenti delle Banche centrali. Il momento più atteso è la riunione di oggi del Fomc della Federal Reserve con gli investitori attenti a percepire ogni possibile indicazione sul tema del tapering degli acquisti di asset il cui annuncio potrebbe arrivare già a novembre.
Nel corso della settimana sono attese anche le decisioni delle autorità monetarie di Cina, Turchia, Svizzera, Svezia, Brasile e Norvegia, mentre domani usciranno i dati Pmi sull’attività economica in Europa e negli Stati Uniti a settembre che dovrebbero dare un quadro di come le imprese sono state in grado di far fronte alle difficoltà derivanti dal diffondersi della variante Delta.
Nel frattempo ieri l’Ocse ha pubblicato il suo Economic Outlook nel quale sono state riviste al rialzo le stime di crescita del Pil italiano per il 2021: +5,9% quest’anno mentre nel 2022 la crescita dovrebbe essere del 4,1%. La capo economista dell’Ocse, Laurence Boone, ha affermato che lo shock subito dall’economia globale con la crisi del covid si sta diradando, tuttavia restano rischi elevati come quello di un rapido aumento della domanda che rischia di mettere sotto pressione prezzi e catene di approvvigionamento globali. Se ciò accadesse, si rischia un’ulteriore impennata dei costi di trasporto delle merci. La Boone infatti ha ricordato come il costo medio di trasporto di un container dalla Cina alla costa est degli Stati Uniti sia passato da 3.000 dollari a oltre 20.000.