Germania: il gioco delle coalizioni
Terminate le elezioni tedesche con l’SPD in leggero vantaggio rispetto alla CDU che subisce un tracollo elettorale rispetto alla tornata precedente. Partito il valzer delle trattative per la formazione di un governo: Scholz per la coalizione “semaforo”
Cambiamento, ma senza rivoluzione. Dopo 16 anni di dominio di Angela Merkel e dei Cristiano-democratici, sembra la Germania avrà un premier che viene dalle file dei socialdemocratici. L’esito delle elezioni tedesche vede Olaf Scholz, SPD, in testa di poco meno di due punti rispetto al rivale della CDU, Armin Laschet, anche se i risultati impongono trattative per la composizione del governo: l’SPD ha ottenuto il 25,7% dei voti, battendo la CDU che è crollata al 24,1% (-8,8%), il peggior risultato della storia del partito con la circoscrizione che ha eletto Merkel per otto volte di fila finita in mano dell’SPD. Sotto le attese i Verdi che, pur ottenendo il loro miglior risultato di sempre, si sono fermati al 14,8%, seguiti dall’FDP con l’11,5%. Il partito di estrema destra, AFD, ha ottenuto il 10,3% ed è diventato il primo partito in Turingia con il 24%. Nessun posto in Parlamento per la sinistra Linke che con il 4,9% dei voti non ha superato lo sbarramento fissato al 5%.
I mercati finanziari sembrano apprezzare il voto tedesco, con le principali piazze europee tutte in rialzo nella mattina post voto. Gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo dal momento che il brutto risultato di Linke esclude la possibilità di un’alleanza di sinistra. Gli osservatori prevedono lunghe trattative che dovrebbero terminare prima di Natale. Attualmente le coalizioni più probabili sono quella “semaforo” che vede i liberali e i Verdi affiancare i socialdemocratici o quella “Giamaica”, con CDU e Verdi a cui si affiancherebbero i liberali.
Il cancelliere candidato dell’SPD, Scholz, è stato chiaro: il suo partito, i Verdi e i liberali hanno ottenuto la crescita maggiore e quindi la CDU deve andare all’opposizione. È cominciato dunque il lungo gioco che porterà alla formazione di un governo anche se per gli analisti non ci sarà alcun cambiamento drastico, semmai qualche spinta innovativa in più. L’impressione infatti è che un governo a trazione socialdemocratica e con la presenza dei Verdi darebbe maggior spazio alla spesa per il digitale, le infrastrutture e ovviamente per l’ambiente e il clima. Rimane più nebulosa la futura posizione della Germania in merito alle regole fiscali europee.