Nadef: 22 miliardi di tesoretto
Governo dà il via libera alla Nadef e vede una crescita del Pil al 6% nel 2021 con debito in calo al 153,5%
Nella giornata di ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza nel quale il governo ha stimato una crescita del Pil del 6% nel 2021 mentre nel 2022 del 4,7%. Nella premessa del documento il titolare del ministero dell’Economia, Daniele Franco, ha fornito una breve panoramica della situazione del Paese sottolineando che “gli indicatori più aggiornati fanno ritenere che il terzo trimestre registrerà un altro balzo in avanti del prodotto” rispetto ai balzi osservati già nei primi sei mesi dell’anno.
Il Mef ipotizza un “fisiologico rallentamento della crescita negli ultimi tre mesi dell’anno” ma ribadisce che la previsione di incremento del Pil per il 2021 è del 6%, ben un punto e mezzo percentuale in più rispetto alle stime di aprile che vedevano il prodotto interno lordo italiano crescere solo del 4,5%. Per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e Pil, si prevede una discesa al 153,5% dal 155,6% del 2020 per arrivare al 146,1% nel 2024. Il ministro dell’Economia spiega come l’obiettivo dell’esecutivo è quello “di raggiungere il livello di Pil trimestrale pre-crisi entro la metà del prossimo anno”, con la politica di bilancio che manterrà un’impostazione espansiva per i prossimi due anni. Il premier Draghi, in conferenza stampa, ha affermato chela ripresa economica ha superato le aspettative stesse del governo e ha voluto sottolineare come l’unico modo per affrontare l’annosa questione del debito è crescere: “Dal problema del debito pubblico si esce anzitutto con la crescita” ha ribadito il presidente del Consiglio.
Sul versante del lavoro, il governo ha stimato una ripresa dell’occupazione nel 2021 pari a 6 punti percentuali e mezzo rispetto al -10,3% del 2020 mentre nel 2022 sarà del 4%. La disoccupazione di attesta al 9,6% per quest’anno rispetto al 9,3% del 2020. Sul tavolo anche il rinnovo di una serie di misure come gli incentivi all’efficientamento energetico con il Superbonus 110% che dovrebbe essere allungato fino al 2023 e mentre per il triennio 2021-2024 si prevedono una serie di riforme come quella degli ammortizzatori sociali, la riforma fiscale e la messa a regime dell’assegno unico universale per i figli. Sono previsti inoltre una serie di interventi per quanto riguarda il Fondo di Garanzia delle Pmi e il Sistema Sanitario Nazionale. In generale, lo spazio di manovra per il 2022 aperto dalla differenza tra deficit tendenziale e programmatico ammonta a circa 22 miliardi. Il deficit programmatico è infatti fissato al 5,6% del Pil e il tendenziale al 4,4%: una differenza di 1,2 miliardi che rende disponibili circa 22 miliardi di euro.