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    Coronavirus: donare il sangue rimane un’azione sicura

    Il coronavirus non ha messo a repentaglio il sistema delle donazioni di sangue nel nostro paese. Un’ottima notizia che arriva dal presidente regionale di Avis Lombardia, Oscar Bianchi, che in un comunicato stampa ha invitato coloro che donano sangue a continuare a farlo seguendo le solite indicazioni precauzionali: evitare di donare quando si è raffreddati o febbricitanti o si notano altri sintomi simil

    Gli unici esclusi dalla possibilità di donare sangue sono i residenti della zona rossa insieme a coloro che abbiano avuto un contatto ravvicinato e protratto con soggetti che hanno sviluppato sintomatologia o comunque risultati positivi. Le autorità sottolineano come questa indicazione sia una misura precauzionale. Per contatto ravvicinato e protratto si intende per esempio aver condiviso nell’ultimo mese ambienti di vita, di lavoro, di trasporto e aver avuto relazione diretta con un soggetto poi risultato positivo, avergli parlato o assistito senza mezzi di protezione individuale o aver utilizzato oggetti o materiali potenzialmente contaminati dalle sue secrezioni. Al di fuori di questi casi non si ritiene che vi sia reale rischio di infezione.

    Insomma, può donare solo chi è in buona salute, come è sempre stato: chi ha dubbi chieda al medico di riferimento, senza generare allarmismi. Il nostro sistema di trasfusioni è eccellente e sicuro: non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale. Donare il sangue è un pratica particolarmente importante per una semplice ragione di fondo che vale la pena ricordare: il sangue non è riproducibile in laboratorio e allo stesso tempo è indispensabile per il ciclo vitale. In Italia si stima servano circa 8000 unità di sangue ogni giorno: queste donazioni sono fondamentali soprattutto in occasione di gravi traumi o incidenti, di interventi chirurgici, in caso di trapianti di organi, di malattie oncologiche e soprattutto in caso ci siano delle crisi emorragiche che possono comparire, per esempio, durante il parto o alla nascita di un neonato prematuro. Fondamentale per gli ospedali è poter avere a disposizione scorte adeguate di qualsiasi gruppo sanguigno per ogni evenienza.

    Il miglior metodo per mettere un freno al panico generalizzato da coronavirus è guardare i fatti e ascoltare chi a voce in capitolo, soprattutto se un eccessivo allarmismo rischia di avere effetti deleteri sulle parti più rilevanti del sistema, come quella sanitaria. Quello che arriva da Avis Lombardia è un buon segnale perché testimonia la solidità e l’efficienza del nostro sistema sanitario, al quale tuttavia ciascuno deve contribuire, continuando a donare sangue in questo caso.

    Simone Fausti

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