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    Fisco: 8 miliardi su cui decide il Parlamento

    Fisco: 8 miliardi su cui decide il Parlamento

    La manovra di Governo comincia a diventare realtà. Le misure fiscali in essa contenute approdano al Parlamento per avviare un confronto e decidere come meglio spendere circa otto miliardi di euro.

    La riottosità dei partiti e le differenti posizioni su misure da intraprendere hanno spinto Draghi a rilasciare un testo che mantiene l’impianto complessivo della manovra, ma rimbalza la palla al Parlamento su dettagli che i partiti dovranno indicare rispetto al fondo promesso dal Governo ed effettivamente presente nel testo; Draghi si è però guardato bene dall’entrare nella mischia dei desiderata dei partiti a cui ha lasciato campo libero, purché si trovi un accordo che avrà la forma dell’emendamento d’aula.

    Le posizioni dei partiti, infatti, sono molto eterogenee, con Pd e M5S che spingono per un sostegno ai redditi medio-bassi, il centrodestra e Renzi che invece chiedono un intervento a favore delle imprese con tagli all’Irap, al cuneo fiscale e nuovi scaglioni Irpef.

    Come noto ormai da tempo il tesoretto complessivo della manovra ammonta a circa 30 miliardi, i temi salienti riguardano taglio delle tasse, pensioni, lavoro e bonus per ristrutturazione ed efficientamento energetico.

    Il nodo delle tasse è così stato rinviato per la decisione che dovrà percorrere tutto l’iter parlamentare dal quale dovrà uscire un accordo che nel Consiglio dei Ministri non è stato trovato.

    Il Pd chiede “più soldi in busta paga” per i redditi bassi, il M5S per i redditi medi, entrambe categorie che con il rischio inflazione e rialzo del costo della vita sono le più a rischio e rappresentano la maggioranza degli italiani.

    Di qui la proposta di intervenire sull’Irpef per queste fasce di reddito e sul cuneo fiscale come da tempo il centrodestra richiede a gran voce per far ripartire l’economia.

    Più scettici i Cinque stelle che vedono difficile una revisione degli scaglioni Irpef e puntano a tutelare il lavoro autonomo proponendo una revisione dell’attuale tetto a 65 mila euro per il regime forfettario, considerata troppo penalizzante.

    Tranchant il leader della Lega Salvini che propone taglio Irpef e Flat Tax ma soprattutto scaglionamento delle scadenze fiscali, perché non è possibile che lo Stato chieda ai liberi professionisti di anticipare a novembre il 50% del presunto fatturato del 2022.

    E la Lega darà battaglia anche per la rottamazione definitiva delle cartelle esattoriali di Equitalia.

    Per Forza Italia gli 8 miliardi “andrebbero concentrati sul cuneo fiscale” ha spiegato il senatore Massimo Ferro, responsabile economia di Fi. «Pensiamo che queste risorse andrebbero pensate, al di là delle tecnicalità, in favore delle imprese e dei lavoratori. Questo significherebbe più capacità per le imprese di investire, e più capacità per le famiglie di spandere, dando un aiuto ai consumi».

    Italia Viva ribadisce la necessità di operare in direzione del taglio delle tasse su Irap, da abolire per le piccole società, e su scaglione Irpef.

    Altro tema caldo è legato all’Irpef, imposta che ormai sta mettendo in difficoltà non più solo le fasce di reddito fino a 28mila euro, ma anche quella considerata “ceto medio”, sempre più schiacciato verso la soglia di povertà.

    Ovviamente tutte le proposte che emergeranno nelle prossime settimane daranno la direzione di un percorso complessivo che dovrà ridisegnare il sistema di imposte fiscali che si spera possa rilanciare la capacità di acquisto e gli investimenti.

    Pietro Broccanello

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