Qual è il nostro target?
Oggi ti parlo di una domanda che mi fanno spesso: «I tuoi contenuti a chi sono diretti? Al singolo professionista? Oppure agli auditor o ai responsabili qualità? Forse agli imprenditori? A chi?».
Mi rivolgo a tutti questi attori, perché il discorso di comunicazione che porto avanti converge su un punto:
?Creare una cultura fondata su certi valori.
La mia figura di professionista in ambito formativo ne è portavoce, li incarna e li divulga con costanza e ripetizione.
È indubbio, il mio target è così composto:
1️⃣il mondo dell’impresa;
2️⃣il mondo legato alla sensibilità di fare impresa in modo corretto;
3️⃣il mondo di chi tende al miglioramento continuo;
4️⃣il mondo che vuole ridurre sprechi e creare progresso;
5️⃣il mondo dell’impresa che accetta sfide e si organizza per superarle.
✅Ma il mio scopo non è rivolgermi al singolo, ma far risuonare certi valori in chi ha sensibilità verso questi.
✅Voglio essere il portavoce di una cultura che, in questo momento, nessuno rappresenta, nessuno porta avanti, almeno da un punto di vista comunicativo.
Faccio un paragone estremo. Penso ad Apple. L’azienda di Cupertino non pensa a chi è interessato ad un telefono, ad un orologio o a un computer. Apple ha come obiettivo quello di creare una cultura e questo significa che qualsiasi cosa tocchi, per l’utente sarà l’incarnazione migliore di quel tipo di cultura.
Contestualizzando l’esempio con la mia figura professionale , non penso a chi è interessato al corso , ma al fatto che i clienti vedano in ogni mio/nostro prodotto o servizio, l’incarnazione della nostra cultura.
Lo so, non è un percorso semplice, ma investire in questo senso, non solo spiana tante strade, ma consente anche di andare contento al lavoro e di tornare a casa soddisfatto.
Palmerino D’Alesio