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    La variante Omicron spaventa i mercati

    La variante Omicron spaventa i mercati
    Le notizie confuse sulla nuova variante del coronavirus aumentano l’incertezza sui mercati finanziari con le borse europee che registrano nuovi cali generalizzati. Nel frattempo torna a correre l’inflazione in Italia, ai massimi dal 2008.
    Torna la paura sui mercati per la variante Omicron. Dopo il forte sell-off di venerdì scorso, a inizio settimana le borse europee hanno tentato una timida ripresa per poi tornare in territorio negativo nella giornata di martedì. La miccia sembra essere stata la dichiarazione rilasciata dall’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, al Financial Times dal momento che il numero uno della pharma americana si aspetta che i vaccini già sviluppati siano meno efficaci contro la nuova variante. Tanto è bastato per affossare i futures sul Dow Jones di oltre 300 punti nella mattinata di martedì mentre le piazze europee hanno iniziato la seduta di ieri con ribassi di oltre un punto percentuale. Le borse asiatiche hanno anticipato le perdite con l’indice Hang Seng di Hong Kong e il Nikkei giapponese che hanno perso entrambi l’1,6%.
    Al momento dunque regna la confusione. Le autorità sanitarie hanno riferito che ci vorranno diverse settimane per capire come le decine di mutazioni di Omicron influenzino la risposta dei vaccini, mentre i rappresentanti di Pfizer e BioNTech hanno sottolineato negli scorsi giorni come qualsiasi nuovo vaccino sarebbe in grado di essere modificato abbastanza rapidamente in modo tale da costituire un’efficace protezione anche contro l’ultima variante. Nel frattempo la situazione economica diventa più incerta. In una testimonianza al Senato americano, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che la Omicron rischia di intensificare le interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno alimentato un sorprendente aumento dell’inflazione quest’anno. Il nuovo ceppo di coronavirus pone anche rischi al ribasso per l’occupazione e l’attività economica.
    Numeri poco confortanti arrivano anche dall’Eurozona dove l’inflazione a novembre è balzata al 4,9%, mentre in Italia l’Istat ha stimato per questo mese un’accelerazione che porta l’aumento dei prezzi al 3,8% annuo (0,7% su base mensile): al massimo da 13 anni. Ancora una volta la spinta maggiore arriva dalla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+7,9%) e in misura minore dagli degli alimentari lavorati (+0,9%) e non lavorati (+1,4%). Diminuiscono, invece, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%).
    L’aumento dell’inflazione rischia di gelare l’entusiasmo relativo alle spese natalizie. Secondo il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, “l’inflazione al 3,8% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita pari a 1.346 euro su base annua, 524 solo per abitazione, acqua ed elettricità, 567 euro per i trasporti”. Per questo motivo Dona ritiene che sia urgente “un intervento del Governo che raffreddi i rincari dei carburanti e intervenga con maggior efficacia su quelli di luce e gas che stanno svuotando le tasche degli italiani e senza i quali l’inflazione annua oggi sarebbe solo dell’1,4%”. Draghi ha speso alcune parole sul tema del caro bollette in occasione del evento “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile” affermando che l’esecutivo è già intervenuto per moderare la situazione in giugno con 1,2 miliardi di euro e a settembre con altri 3,2 miliardi e che a fronte dei nuovi rialzi è pronto “a intervenire di nuovo”.

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