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    NASDAQ, IL TONFO IN BORSA E IL CASO GENERALI

    NASDAQ, IL TONFO IN BORSA E IL CASO GENERALI

    L’indice Nasdaq – il mercato borsistico legato a elettronica e tecnologia – ha segnato un considerevole tonfo in borsa, che ha dato il via a una serie di vendite nell’intera area UE e determinato diversi malumori, di conseguenza, anche sui listini asiatici. Il CAC di Parigi ha chiuso in ribasso dello 0,66%; il FTSE MIB di Piazza Affari dello 0,83%, entrambi causati principalmente da quanto accaduto all’indice Nasdaq. Si salva solo Leonardo, che chiude a +3,04% grazie a una commessa da 346 milioni da parte della Difesa austriaca per la fornitura di elicotteri.

    A giocare un ruolo considerevole nella vicenda è stata senz’altro l’inflazione, che negli Stati Uniti continua a galoppare con un +7% annuo rilevato a dicembre, e che rischia di essere ancora centrale nella partita economica in tutto il 2022, anno delle elezioni di mid-term. Certo, sul piano statunitense sta avendo forte influenza la Federal Reserve, che ha prospettato la volontà di effettuare non solamente tre rialzi dei tassi d’interesse nel corso del nuovo anno. Pronti a partire, infine, anche i più importanti istituti bancari americani, quali JpMorgan, Citigroup e Wells Fargo, che pubblicheranno i conti del terzo trimestre a breve. In Europa e in Italia, invece, la situazione sembra rimanere stabile, con l’euro ancora ben al di sopra di quota 1,14 dollari e lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ancora piatto. Rimane stabile anche il rendimento del Btp decennale benchmark all’1,29%. Sul fronte interno arrivano poi gli aggiornamenti della Banca d’Italia sul debito pubblico e sulle licenze edilizie del terzo trimestre 2021 prodotte dall’Istat.

    Milano e il caso Generali

    Scoppia a Milano il caso Generali. Con l’annuncio a sorpresa delle dimissioni dal cda di Francesco Gaetano Caltagirone – vicepresidente vicario di Generali – il titolo è crollato a -1,30% a Piazza Affari, con forti ripercussioni anche in Mediobanca – primo azionista di Generali e istituto nel cui azionariato sono presenti sia Caltagirone che Leonardo Del Vecchio che – che ha chiuso a -1,33%. Bene invece Webuild, la multinazionale delle grandi opere ingegneristiche ha chiuso con un +3,04%, dopo l’annuncio che le nuove opere saranno realizzate in Paesi chiave come Italia, USA, Australia, Francia, Austria e Paesi scandinavi, che porteranno a un +10,8 miliardi per le casse del colosso milanese. Bene anche Atlantia, che chiude con un +0,75% dopo la riorganizzazione che ha visto diventare Alessandro Benetton nuovo Presidente della holding e Enrico Laghi nuovo ad. Fanalino di coda è invece Stmicroelectronics, a -1,36%, a confermare il trend negativo della pressione dei titoli tecnologici. Fra i titoli fuori dal FTSE MIB spicca Mondadori Edit, che con un ottimo +6,82% è ai suoi massimi storici.

    La situazione di Wall Street

    Con l’indice Nasdaq penalizzato del 2,5%, la borsa che sembra averne pagato le conseguenze più di tutte, sembrerebbe essere stata Wall Street, complice anche il possibile rialzo dei tassi americani annunciato da Leal Brainard, che avrà lo scopo di fronteggiare l’inflazione, ormai al 7%. Chiudono in rosso, infine, anche Dow Jones e S&P 500, rispettivamente a -0,49% e -1,42%.

    La produzione industriale torna ai livelli pre-Covid nel Regno Unito

    Con un +0,9% rispetto al mese precedente, la produzione industriale del Regno Unito ha finalmente raggiunto, e addirittura superato, i livelli pre-pandemia, con un +0,2% annuo. Seppure il dato a prima vista appare parecchio incoraggiante, anche pro futuro, va sottolineato però che non ha rispecchiato le previsioni degli esperti, che davano un +0,5% su mese e un +0,6% su anno.

    Andrea Valsecchi

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