DENTRO LA PANDEMIA, ANCORA
Fra paure, speranze e ripartenze cosa faremo dal 10 gennaio?
di Rosanna Favulli
Si è svolto online, il 9 gennaio, l’incontro di MI’mpegno con Fabrizio Pregliasco, Virologo e professore universitario. In dialogo con Carmelo Ferraro, presidente di MI’mpegno, hanno voluto affrontare l’inizio anno, e la sua ripresa, alla luce del nuovo andamento epidemiologico.
Fabrizio, da sempre vicino a noi, ha dimostrato generosità e professionalità, non a caso è stato premiato insieme ad altri amici durante la cena di Natale del Comitato.
Affrontare e reagire, testimoniare ed essere presenza dentro la paura ma anche la speranza, ma soprattutto dentro una responsabilità collettiva dettata anche dall’alto numero di vaccinazioni.
Con l’arrivo della quarta ondata persiste un rischio di rabbia e rassegnazione che si vuole sconfiggere proprio con il confronto e la chiarezza che ci contraddistingue.
Durante la serata Fabrizio Pregliasco ha ricordato l’importanza del discuterne insieme. Un paragone forte, dicendo che si è passati da una “guerra lampo”, o così si pensava, ad una “guerra di trincea” con effetti pesanti e psicologici, sofferenza sociale ed economica. Opinioni che creano difficoltà, non per assenza ma per eccesso di informazioni. Tra le metafore a cui ha fatto riferimento c’è la “metafora dell’iceberg” dove vediamo nel tempo in funzione di condizioni ambientali un iceberg che cresce o si scioglie in funzione di ciò che viene realizzato.
Oggi Omicron è contagioso come la varicella e il morbillo, quindi in quota parte meno suscettibile, meno pesante rispetto al passato. È importante però mantenere l’azione efficace del vaccino che evita gli effetti più pesanti della malattia.
Ha proseguito raccontando come è stato affrontato in Italia, in Europa e nel resto del mondo i vari approcci per contrastare questa epidemia. Assumiamo senza tante storie qualsiasi farmaci mentre diverse sono le reazioni di fronte al vaccino. Questa mitigazione è possibile e dipende dalla nostra responsabilità. Esempi di rischio nella vita quotidiana: stadi, concerti, scuola ma anche l’operatività industriale e produttiva.
Una situazione che ci vede ancora impegnati, e ci vedrà impegnati nel futuro, con una responsabilità individuale e sociale. La necessità di avere servizi modulari creando una rete tra medici di medicina generale e gli ospedali. Siamo in mezzo ad un guado dove dovremmo immaginare una convivenza sul virus ma con una serie di attenzioni: la mascherina ad esempio.
Ad oggi sappiamo come usare gli antivirali e sappiamo modulare l’approccio terapeutico. Gli effetti sono un fatto statistico, così come è importante l’attesa e l’azione immediata sulla cura, valutando i farmaci mirati e l’eventuale ospedalizzazione.
Non solo un dialogo ma molte le domande arrivate attraverso i canali Social, in particolare dettate dalle nuove misure che sono partite il 10 gennaio e che proseguiranno a febbraio. Un quadro, ha detto Ferraro, dove il sistema governativo è quello di spingere tutti verso la vaccinazione.
L’approccio complessivo è la mitigazione, come già detto da Pregliasco, e l’impatto sul sistema sanitario nazionale, per evitare un eccessivo affaticamento del sistema. Per ridurre il rischio servono nuove misure, in questo momento potevano essere necessarie una serie di altre misure stingenti da attuare. La vaccinazione è l’elemento più facile, non è che si arriverà a vaccinare forzatamente le persone, ma attraverso i controlli messi in atto ridurrà la diffusione del contagio. Saranno necessari altri interventi legati anche ai servizi alla persona, alla sicurezza, alla mobilità, al lavoro.
Pregliasco si è reso disponibile ed ha risposto alle tante domande ricevute, Ferraro ha ricordato che dentro questa emergenza non possiamo dimenticare valori e fondamenta dell’ottica della vita e dell’uomo.
Attraverso questa esperienza abbiamo ricevuto una “sferzata”, dove l’associazionismo, le comunità e il terzo settore hanno ricevuto una spinta oltre il quotidiano e l’operatività, ci è stata data l’opportunità di diventare cittadini attivi e solidali verso il prossimo.
Ferraro ha concluso ricordando l’importanza di questi momenti, della cittadinanza attiva, del dialogo e dello stare insieme. Tutto questo è necessario e realizzabile grazie agli sforzi di molti che si sono presi cura della persona, oltre la guarigione, con piccoli gesti e donando speranza. Quella speranza che MI’mpegno vuole alimentare attraverso le sue iniziative. Grazie a tutti per la partecipazione.