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    Caro energia: in Val di Non si preferisce ‘minare’ Bitcoin

    Caro energia: in Val di Non si preferisce ‘minare’ Bitcoin
    Con il rialzo dei prezzi energetici, fa discutere l’iniziativa di un paese in provincia di Trento che ha deciso di trasformare la centrale idroelettrica municipale in un centro di calcolo per estrarre Bitcoin.
    Uno dei temi al centro del dibattito politico di queste settimane è l’aumento dei prezzi dell’energia che, secondo diverse stime, si tramuterà in pesanti rincari nelle bollette delle famiglie italiane. La questione è complicata e sta scaldando la maggioranza di governo con il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha lanciato una campagna al fine di ottenere uno scostamento di bilancio per fronte a questa emergenza.
    In questa situazione, ha destato una certa sorpresa la notizia, riportata dal Sole24Ore, secondo cui l’amministrazione comunale di Borgo D’Anaunia, un piccolo paese fra le montagne della Val di Non, in provincia di Trento, abbia deciso di installare nella vecchia ma ancora funzionante centrale idroelettrica del posto, un sistema di calcolo per ‘minare’ i Bitcoin. I Bitcoin sono la criptovaluta più famosa e vengono estratti grazie alla risoluzione di complessi algoritmi. Per realizzare tali complicati calcoli, è necessaria un’ingente quantità di energia: secondo il quotidiano di Confindustria, si stima che l’attività di ‘mining’ delle monete digitali nel mondo richieda 130 miliardi di chilowattora all’anno.
    Il piccolo borgo trentino, di appena 2.500 abitanti, ha deciso quindi di sfruttare la centrale idroelettrica municipale, installata nel 1925 e alimentata dalle acque del torrente Novella, per lanciarsi nel mondo delle criptovalute. Il 31 dicembre scorso, infatti, la Giunta ha approvato un accordo con l’Idm di Trento per ottenere 20 supercomputer da installare nella centrale: il centro di calcolo dovrebbe avere una potenza di 100 terahash e costerà circa 130mila euro. Un’iniziativa che solleva qualche dubbio circa l’utilità di minare Bitcoin, attività appunto fortemente energivora, in un momento in cui imprese e famiglie sono fortemente sotto pressione proprio sul fronte energetico.
    Redazione

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