Stadio San Siro: il dibattito pubblico s’ha da fare, parola del sindaco Sala
Il primo cittadino milanese punta a trovare le giuste formule per assecondare sia la richiesta di tempi certi dei club che quella dei Comitati che invocano il confronto aperto alla cittadinanza.
“Non è mia intenzione continuare a buttare la palla in tribuna”. Il sindaco milanese Beppe Sala prende spunto dal repertorio calcistico per spiegare, a margine di un incontro, la sua posizione in merito al dibattito pubblico attorno alla costruzione del nuovo stadio di San Siro, che “va fatto, anche nell’interesse delle squadre, dando loro garanzia della durata del dibattito”.
Il primo cittadino si trova in una delicata situazione, dovendosi destreggiare da un lato tra le istanze dei due club milanesi che richiedono tempi certi per portare avanti il progetto del nuovo stadio e, dall’altro, quelle dei comitati pro-Meazza – nonché della sua maggioranza – che spingono per attivare il prima possibile un confronto pubblico sulle sorti di San Siro aperto a tutta la cittadinanza, anche alla luce dei timori di una possibile deroga regionale dovuta alla situazione pandemica.
Proprio su questo punto il Comitato Colibrì, nato per favorire la partecipazione dei cittadini milanesi nelle scelte dell’Amministrazione, ha fatto recapitare nei giorni scorsi in Comune un documento indirizzato al sindaco e all’assessore alla Rigenerazione urbana nel quale si chiede espressamente di evitare il ricorso alla deroga di Regione Lombardia, che consentirebbe di bypassare il passaggio del confronto pubblico a causa del perdurare dell’emergenza Covid, suggerendo anche ipotesi di confronto online. Già lo scorso dicembre il Comitato aveva depositato in Comune una richiesta ufficiale di coinvolgimento della cittadinanza “perché dalle carte è evidente che le squadre stiano progettando un nuovo quartiere e non solo uno stadio” e “l’analisi dei costi e dei benefici per tutta Milano non è nota”, avevano scritto nel documento, ipotizzando anche un eventuale ricorso al Tar in caso fosse rimasto lettera morta.
Sala punta dunque a rassicurare tutti nei limiti del possibile: “La mia opinione è che il dibattito pubblico va fatto ma bisogna trovare le formule giuste – ha aggiunto -. Capisco l’esigenza di certezza delle squadre ma, come sto dicendo loro, collaboriamo e troviamo un modo per non allungare eccessivamente i tempi”. Quello che è certo è che prima di poter intavolare un dibattito pubblico occorre aggiungere un tassello fondamentale, ovvero la documentazione relativa al nuovo piano economico-finanziario relativo al progetto sul quale i club sono già stati sollecitati da Palazzo Marino.
E in questo quadro entra a gamba tesa il Comitato Sì Meazza: “I progetti presentati alla stampa non si sono mai tradotti in documenti ufficiali recapitati al Comune – spiega a Sportmediaset.it il portavoce Luigi Corbani -. Del nuovo stadio a Milano si parla da anni ma non c’è nulla di concreto se non la volontà della società proprietarie delle squadre milanesi di fare business e il sindaco Sala, dopo una campagna elettorale nel segno dell’ambientalismo, ha molto imbarazzo a gestire la vicenda che di interesse pubblico ha ben poco”. Senza contare che fino al 2026 la Scala del calcio milanese non si potrà toccare in quanto sede dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali: “Nello stesso anno scatteranno i settant’anni dalla costruzione di San Siro – avverte Corbani -, significa che lo stadio diventerà per legge un bene culturale. Una tutela che praticamente renderà vano ogni tentativo di abbattimento”. La storia continua.
Micol Mulè