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    Mise: 750 milioni per investimenti industriali sul Green new deal

    Mise: 750 milioni per investimenti industriali sul Green new deal
    Firmato il decreto che ha reso operativa una misura che rende disponibili 750 milioni di euro per investimenti industriali nell’ambito della transizione green
    Mentre le forze politiche sono focalizzate sulla corsa al Quirinale, il governo cerca di portare avanti la transizione verde. Il ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto che, tramite un decreto apposito, è stata resa operativa una misura che rende disponibili complessivamente 750 milioni di risorse a valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS) e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), gestito da Cassa Depositi e Prestiti.
    Si tratta di agevolazioni finanziarie e contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti industriali finalizzati alla realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la cosiddetta transizione ecologica e circolare, “coerenti con gli ambiti di interventi del Green new deal italiano”. L’Italia non vuole rimanere indietro e il governo è consapevole che la transizione verde, in ogni suo ambito, non sarà immediata né indolore. Lo stesso ministro Giorgetti ha sottolineato con realismo che “la sostenibilità ambientale è decisiva per il nostro futuro ed è un obiettivo da perseguire e raggiungere. Ma dobbiamo essere consapevoli che la rivoluzione verde ha un prezzo e nostro compito è fare in modo che la transizione non lasci per strada morti e feriti in termini sociali ed economici”.
    L’idea di Giorgetti è quindi di “tutelare il sistema il sistema delle imprese ad attraversare questa transizione in maniera costruttiva”. Ciò significa destinare risorse a quei processi di riconversione industriale considerati ineluttabili così come alla decarbonizzazione dei settori strategici tra cui la siderurgia e l’automotive. Non c’è un limite dimensionale per accedere a questo incentivo: possono fare domanda le imprese di qualsiasi grandezza che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, e che presentano progetti (anche in forma congiunta tra loro) di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.
    In particolar modo, verranno considerati con maggiore rilevanza quei progetti che hanno come obiettivi la decarbonizzazione, l’economia circolare, la riduzione dell’uso della plastica e della sostituzione della plastica con materiali alternativi, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile e l’adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.
    Ci sono tuttavia una serie di condizioni da rispettare. Il Mise fa sapere che i progetti devono prevedere spese e costi ammissibili “non inferiori a 3 milioni e non superiori a 40 milioni di euro”, devono essere realizzati sul territorio italiano, avere una durata non inferiore a 12 mesi e allo stesso tempo non superiore a 36 mesi ed “essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni al ministero dello Sviluppo economico”. In un secondo momento, un provvedimento ministeriale indicherà i termini e le modalità di presentazione delle domande delle imprese.
    Redazione

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